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Aggiornato: 2 giugno 2025


In questo nell'insana, incessante, efferata persecuzione contro il pensiero, contro i menomi atti sospetti, contro le sostanze, contro la vita di quanti sono rei o creduti rei d'affetti al paese nel bastone fatto legge di mezza Italia nell'insolenza perenne di padroni stranieri nell'irritazione febbrile generata dai precetti e da uno spionaggio sfrontato negli odî educati dalle denunzie pagate nelle prepotenze consumate sotto l'egida d'un governo aborrito come il papale, da tirannucci subalterni, noti a ogni individuo delle nostre non vaste citt

L'uscio del palchetto si aperse e comparve nel vano il bel luogotenente De Wincsel; biondo, dagli occhi glauchi e dalle guance rosate; a farvela breve, un angelo vestito da ufficiale di cavalleria. Il barone De Wincsel era un fiore esotico trapiantato in Italia come i suoi riveriti padroni della imperial casa di Asburgo Lorena.

Nelle indagini, nella cura del testo, nel raffronto dei varii codici, fu a noi guida sapiente il dott. Fr. Roediger, maestro nella più eletta erudizione della nostra letteratura e fra i pochissimi stranieri assolutamente padroni del linguaggio nostro.

Bei cani ammaestrati, vecchi servi... fate, suvvia, un inchino davanti ai vostri padroni per l'ultima volta! Piegate la schiena... Più giù! Più giù ancora, per evitare il randello!

II territorio vicentino è la seconda provincia che la Repubblica di Venezia acquistava in Terraferma. Fattisene padroni nel 1259 i Padovani, dopo la uccisione di Ezzelino da Romano, ne vennero spossessati il secolo successivo dagli Scaligeri che vi dominarono fino al 1387, in cui cadde in potere di Gian Galeazzo Visconti.

Ah!.... Mi mi scappa! Ah! Ah!... Mi scappa! PULCINELLA, Zitto, vecchio imbecille! Altrimenti queste bestie qui vanno a riferirle ai loro padroni.... TARTAGLIA. Ah! Ah!... Mi scappa!... Appena Tartaglia ripetè la parolaccia che Pulcinella gli avea detto all'orecchio, un grand'urlo e un fitto coro di fischi scoppiò nella platea. Pezzo di ubbriacone! Basta! Basta!

Poveri disgraziati, mentre il ricco annoiato profonde le migliaia di lire ai piedi di una ballerina, o per avere una bella pariglia, e finimenti magnifici alle passeggiate ed ai corsi, essi morivano di fame, non si sdigiunavano nemmeno tutti i giorni, perché il marito dell'afflitta giacente, dopo aver lavorato come un ciuco, era caduto da varii mesi ammalato e i di lui padroni gli avevano sospeso il salario.

Povera Italia, che dopo d'aver tracciati fasti luminosi sul libro della storia, dopo d'aver tenuto per lunga stagione in suo pugno i destini del mondo intero, or si vedeva avvinta in mille diverse catene, doveva ubbidire sommessa a mille diversi padroni.

Oibòdisse il primo, bestemmiando orribilmente; «andrebbero a dire ciò che abbiamo fatto dei loro padroni, verrebbero le truppe reali, e ci trarrebbero al supplizio. Bravo! tu dai sempre di buoni consigli; ma io però mi rammento il giorno di san Tommaso dell'anno scorso

Bastava il più lieve sospetto, la più calunniosa delazione per incorrere in quella sorte. L'accusa sola era l'arresto, era il processo, era la condanna. Le spie e i birri stavano padroni della situazione. Nessuno era sicuro nel proprio letto!

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