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Aggiornato: 29 giugno 2025


In musica Pacini era improvvisatore. Da ciò forse la breve vitalit

Ma le prime opere che davvero posero in luce il nome di Pacini, furono l'Adelaide e Comingio, l'Atala e la Sacerdotessa d'Irminsul, le quali vennero riprodotte in quasi tutti i teatri d'Italia, esclusi la Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, il Regio di Torino e la Fenice di Venezia, che a quell'epoca erano considerati i soli teatri di cartello.

La seconda apparizione del Pacini s'inaugurò splendidamente; si inaugurò con un capolavoro completo, con una di quelle opere che conquistano l'universo, con una di quelle musiche che sublimano lo spirito e rapiscono di entusiasmo tutti i cuori.

Da Viareggio il Pacini passò a Lucca nel 1838 e quivi parimenti fondò un Istituto musicale sotto la protezione del Duca. E fu verso quell'epoca, che l'illustre maestro, riposato dalle lunghe lotte, e incoraggiato da circostanze più favorevoli, sentì nascere il desiderio di ritentare le sorti del teatro.

Più che altro esse rivelano, nello stile, nella sovrabbondanza dei superlativi, e nella cortigianeria delle lodi, il carattere dell'uomo? Ma quando mai il Pacini ebbe tempo di esser uomo? Dai sedici fino ai settantaquattro anni, in ogni luogo ov'ebbe a trasferirsi, sotto ogni condizione di tempi, egli fu sempre e poi sempre maestro.

Pacini possedeva in grado eminente il genio della trovata. Nessuno ha potuto sorpassarlo, pochissimi stargli a paro nella spontaneit

Vi sono due righe nelle Memorie Artistiche, le quali, nella loro ingenua schiettezza, commuovono grandemente. Quelle due righe rivelano una immensa angoscia di artista. «L'amore per l'arte che ho debolmente professata e professo scrive il Pacini, entrando a parlare del suo proposito di ritirarsi momentaneamente dall'arringo teatrale non mi ha lasciato mai un po' di tregua.

Basti ricordare che i più illustri poeti estemporanei riuscirono il più delle volte meno potenti di impeto e di ispirazione nei loro poemi meditati. Le Memorie artistiche del Pacini che noi abbiamo sott'occhio ed alle quali informiamo la nostra breve biografia, non contengono episodi di molto rilievo.

Come abbiamo detto da principio, questo torrente impetuoso di artista ha deposto degli strati d'oro per ogni dove è passato. La più informe delle sue opere racchiude delle gemme, le quali, raccolte e levigate da mano paziente, brilleranno per avventura nelle musiche dei maestri avvenire. Pacini ebbe statura mediocre, occhio vivace, fisonomia non bella ma espressiva, persona snella ed elegante.

Vediamo di seguirlo rapidamente nelle tappe più interessanti e più gloriose della sua carriera artistica. Le opere che più illustrarono il Pacini in quella che suolsi chiamare la sua prima epoca, furono L'ultimo giorno di Pompei, Gli Arabi nelle Gallie e la Niobe.

Parola Del Giorno

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