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Aggiornato: 29 giugno 2025
Gli ingegni come quelli del Pacini sono destinati a produrre l'oro greggio. Sono dessi che forniscono la ricca miniera, dove tutta una generazione di musicisti può attingere dei tesori inestimabili. Questo spontaneo ed esuberante improvvisatore ha aperto un ricchissimo emporio ai ladri dell'avvenire. Chi sapr
Le prime opere del Pacini ebbero all'estero miglior fortuna. Gli Arabi nelle Gallie e Gli ultimi giorni di Pompei ottennero al loro apparire una voga mondiale.
La Saffo non ottenne mai a Parigi un successo completo. La egregia Sannazzaro volle farsene interprete al teatro degli Italiani verso l'anno 1853, ma anche quest'ultima prova noa valse a rendere accetto lo spartito al pubblico francese. Vuolsi avvertire che la bella e appassionata interprete del capolavoro di Pacini accusava fino d'allora un sensibile deperimento de' suoi mezzi vocali.
Fu dunque verso l'anno 1833, che il Pacini, nella pienezza della virilit
Nella solenne commemorazione funebre celebratasi a Lucca in onore del defunto maestro, si eseguirono i seguenti pezzi: 1.° Gran marcia a banda ed orchestra, sopra motivi tratti dalle composizioni di Pacini. 2.° Messa da Requiem a quattro voci e grande orchestra scritta dall'illustre defunto. 3.° Altra marcia a banda ed orchestra.
Risaliamo alle regioni elevate. Marchesi godeva fama di scultore eminentissimo; Hayez dominava nella pittura storica; Canella e Bisi nel paesaggio; Sabbatelli era insuperabile negli affreschi, Molteni era chiamato l'imperatore dei ritrattisti, Sanquirico, scenografo della Scala e cavaliere di più ordini, riceveva, con alterezza principesca, principi visitatori. Rossini, Bellini e Donizetti fornivano il repertorio musicale ai grandi e piccoli teatri. Piacevano due o tre opere di Mercadante. Pacini, gi
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