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Aggiornato: 28 luglio 2025
Una forte scampanellata li scosse. Si udirono immediatamente i passi affrettati del domestico, che andava ad aprire la porta al suo padrone. Aldo si levò in piedi. Allora sentì sulla sua manica un tocco fermo e leggiero: era la piccola mano ingemmata della signora Van Osten, che lo spingeva giù a sedere. Egli obbedì istintivamente.
L'unico che parve non trovar molto divertente lo scherzo fu Van Osten stesso. Qualche giorno più tardi Aldo, nel suo studio, dopo aver copiato quattro colonne di un giornale, si gettò indietro nella sua seggiola e trasse un profondo sospiro. Era irritato e stanco. Nel calamaio c'era poco inchiostro, e doveva intingere la penna a ogni seconda parola. Si sentiva esasperato e nervoso.
E il lavoro era principalmente di carattere politico. Egli dovrebbe... copiare dei... degli «speech», e... eccetera. Egli avrebbe il suo studio, non nella casa dei Van Osten, no... ma nella stessa strada... dirimpetto, poche porte più in giù. Egli non doveva parlare con nessuno del suo lavoro, perchè... perchè appunto, era di carattere così... privato.
E si precipitò per baciarle la mano. Ma la signora Van Osten la ritrasse irosamente. Avete incontrato mio marito? Sì, disse Aldo. Vi ha visto? Sì. Ne siete certo? Ne siete certo? Il giovanile petto un po' scarno, ansava. Sì, certissimo, disse Aldo. Vi ha veduto? Vi ha veduto venir qui, e non è tornato indietro? Le sottili labbra si fecero più strette. Aldo, guardandola, la trovò quasi brutta.
Dopo quel pranzo in casa Van Osten egli era tornato a casa sua agitato e inquieto. Questa donna, certamente, lo amava! Questa ricchissima donna era pronta a compromettersi per lui. Aldo, cosa doveva fare? Per un istante l'idea di fuggire con lei gli traversò la mente. Questa biondina non era certo bellissima; era però originale, e poi, e poi... era enormemente ricca!
Vi era una dozzina di commensali, e a un dato momento Van Osten si rivolse ad Aldo. Che cosa fa di bello, lei, a New York, signor Della Rocca?
Egli andò a sedersi al suo fianco e le parlò delle opere di Boito. A grande sua sorpresa ella si mise a ridere, chinando il capo come se arrossisse. Perchè diamine fa così? pensò Aldo, e si guardò intorno. Vide in fondo alla sala il marito che la guardava. Accanto a lui una donna magra e modernizzante li osservava anche lei. Aldo la udì che diceva a Van Osten: Che bellissimo giovane!
Il lavoro non era che un pretesto per tenerlo lì, a due passi da lei, nella stessa strada; fors'anche chi sa? per tenerlo lontano da altri... Povera donna! sospirò Aldo. Quanto deve soffrire! Quindi aggiunse pensieroso: Però, venti dollari alla settimana sono pochi. Le otto erano passate da dieci minuti allorchè Aldo quella sera s'avviò rapido per la 66.ma Strada, verso il palazzo Van Osten.
La giovine signora sedette lesta vicinissima a lui, e, china in avanti appoggiando il mento sulla piccola mano, gli sorrise. ... Sono convinta che ella è anche musicista, disse, sorridendogli negli occhi mentre la porta si apriva davanti al signor Van Osten. Egli entrò, alto, sbarbato e arrogante, e bello di una calma bellezza maschia. Come va? disse a sua moglie.
Sulla porta fece un profondo inchino inchino di segretario perchè non voleva offendere la sua patronessa. Quando alzò il capo, vide da lontano il verde sfavillìo degli occhi, e l'ondeggiante sorriso della signora Van Osten, che dal sof
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