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Rimasta sola, la signora Van Osten volse ad Aldo un piccolo viso freddo e duro: Perchè siete venuto qui? disse. Aldo sentì subito di essere ridiventato il segretario, e si scusò umilmente: Non avevo più lavoro, disse. Non sapevo cosa fare. Ah, vedo. Lo dirò a mia madre... cioè, a mio marito. In questo punto entrò Mrs Doyle. Sua figlia la trasse presso alla finestra e le parlò a bassa voce.

Aldo non vedeva di lei che il gran nodo del cappello, e la nuca bionda e le esili spalle. Gli parve una creatura nervosa. ... Dunque, continuò Mrs Doyle, tutto quello che riguarda il Congo, lo segnerete in inchiostro rosso. E non devo tagliarlo fuori, allora? chiese Aldo. , , tagliarlo fuori. E poi sottolineerete di rosso il nome del signor Van Osten tutte le volte che lo vedrete.

Perchè sono necessarie queste cose? Perchè... perchè sono così iniqui gli uomini? Dopo una breve pausa Aldo chiese piano rispettosamente, con voce di circostanza: Mi sarebbe lecito di chiedere chi è la... la persona... per la quale... il signor Van Osten... Che domanda impertinente! disse la giovine donna. Ma tanto vale che ve lo dica. Tutti lo sanno.

Alle sei vi andò, e trovò la signora Van Osten sola. Leggeva. E continuò a leggere, senza badare a lui, finchè udì arrivare suo marito. Allora sembrò improvvisamente svegliarsi, e fu tutta sorrisi e movimenti sinuosi e gesti aggraziati. Quando Aldo le parlava, abbassava le ciglia bionde, e giocherellava, ansante e timidetta, colla lunga sciarpa rosea che le avvolgeva le spalle.

Finalmente si decise a uscire ed andare al numero 8, la casa Van Osten, a domandare istruzioni. Non aveva ancora visto il congressista, suo principale, e Aldo come tutti quelli che sono sicuri della loro persona e del loro sarto amava le nuove conoscenze. Suonò al numero 8. Il servitore che gli aprì, lo guardò in faccia e dubitò. «Foreignerdisse fra .

Era precisamente l'atteggiamento che la signora Van Osten desiderava, ed ella gli fece, quando potè, un piccolo cenno di approvazione. Accommiatandosi Aldo decise di mostrarle che egli aveva capito la situazione. Con un gesto come a discacciare i tristi pensieri, disse: Mi farebbero l'onore di venire ad udire il «Tannhäuser» domani sera, nel mio palco all'Opera House?

Ed ora, diss'ella solennemente, per lo spavento salutare che avete messo addosso a Bertie, e per il bene che avete fatto a me, vi permetto di baciarmi. Alzò la piccola bocca, rosea e stretta e Aldo, ridendo un poco, la baciò. Sono contenta d'aver baciato un conte, disse fra la piccola Van Osten, scendendo lesta e leggiera le scale.

Il signor Van Osten è un uomo singolare, concluse Mrs Doyle. Ve ne accorgerete a suo tempo. E così, quando volete cominciare? Adesso, disse Aldo. Mrs Doyle rise.

Benissimo, disse Aldo. E poi, tutto ciò che dice Van Osten stesso, gli «speech», capite, li copierete in questo grande libro. Non sarebbe meglio, forse, azzardò Aldo, se ritagliassi gli speech, e li incollassi nel libro? No, no, no! disse Mrs Doyle. Egli li vuole copiati. Vero, Marjorie? Sua figlia si volse e disse. , , li vuole copiati. E rise.

Salute, mamma, disse a sua suocera. Poi guardò Aldo. Questi si alzò, lentamente, molto impacciato, non sapendo cosa fare. Van Osten gli tese la mano poderosa. Tanto piacere, disse. Subito Mrs Doyle gli si mise accanto e gli parlò. Allora la signora Van Osten tornò a chinarsi verso Aldo. Dunque, ella fa della musica? Non lo neghi. Io lo so, lo sento nel cuore!