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Ma la costanza del mio amore, l'ostinazione dell'anima e la puritá della mia fede, con la quale sommamente l'osservo e riverisco, parmi che suppliscano all'oltraggio della fortuna, e me ne rendono degna. Ma io dubito che m'ami da scherzo e mi burli da dovero, poiché in tanto tempo che ci amiamo, non ha trovato modo di liberarmi da un vil ruffiano, da un abisso di oscuritá dove sepelita mi trovo.

Ella adunque è quella, che, nella oscuritá della nostra ignoranza e delle nostre colpe, colle braccia aperte si trova presta a non guardare a' difetti commessi, ma solamente alla buona affezione di chi a lei rivolger si vuole per doverla ricevere; questa è quella, la cui benignitá riguardata, a dalla disperazion ci ritira.

Esente dalla comune febbre letteraria, l'invidia, il Santillana, venuto in cognizione d'un altro ingegno che viveva nella oscuritá, gli corse incontro spontaneo, lo trasse alla corte del re Giovanni secondo e lo protesse con sincera e costante amicizia. Questi fu Giovanni de Mena, la di cui facoltá poetica, ad onta d'una eccessiva stravaganza di fantasia, è superiore a quella del Santillana.

PIRINO. Egli vi ama tanto che, per far libera voi, s'è fatto servo e, per ricomprar voi, s'ha fatto vender per ischiavo e, per rischiarar gli oscuri nuvoli de' vostri affanni, s'è fatto piú oscuro dell'istessa oscuritá. MELITEA. Io non t'intendo. PIRINO. L'intenderete poi. Ma or vo' scoprirvi tutte le cose che son passate ne' vostri amori. MELITEA. Orsú, di' via.

Levinsi adunque gli animi al cielo, nella cui perpetua legge, nelli cui eterni splendori, nella cui vera bellezza si potrá senza alcuna oscuritá conoscere la stabilitá di Colui che lui e le altre cose con ragione muove; accioché, come in termine fisso, lasciando le transitorie cose, in lui si fermi ogni nostra speranza, se trovare non ci vogliamo ingannati.

La giornata che il mattino prometteva bellissima, poco alla volta s’era oscurita. Quando ci levammo di tavola il vento cominciò a far ballare i vetri, quando ebbimo bevuto il caffè cominciò a nevischiare. S’era in fine d’aprile. Giù per i vigneti che scendono sino alla Dora sorgeva dal terreno ghiaioso e fra le catene brune dei vimini qualche albero sottile di mandorlo o di pesca, tutto fiorito e di l

Nessuno, per altro, tema di rinvenire in quest'opera del signor Bouterweck alcun tratto di quella filosofia che or chiamasi «trascendentale», e che colla sua oscuritá reca fastidio ad ogni lettore che non sia metafisico consumato nelle piú astratte speculazioni germaniche.

E, se mi fo lecito d'indirizzarvi una breve parola, non è menomamente perché io creda necessario d'infiammarvi e di stimolarvi all'adempimento di un dovere, ma soltanto per rischiarare un'apparente oscuritá, che a taluno parrá forse di ravvisare nella enunciazione dei due quesiti postivi dal governo provvisorio.

Nelle quali fizioni assai chiaro mostrano d'ingegnarsi, con la bellezza dell'uno, di trar gli uomini a virtuosamente operare per acquistarlo, e, con la oscuritá dell'altro, spaventargli, accioché per paura di quella si ritraggano da' vizi e seguitin le virtú.

Ancorché nel precedente capitolo siasi abbastanza, a mio credere, fatto conoscere che quello, che diciamo «alzamento» delle monete d'oro e d'argento, non è altro, propriamente, che un abbassamento della valuta delle monete inferiori e delle immaginarie; nulladimeno, per fuggire ogni oscuritá, seguiteremo a chiamarlo «alzamento» od «accrescimento» delle monete istesse.