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Aggiornato: 31 maggio 2025


La cassa era piena, sgombra la tavola, sgombre le sedie, tutto a posto. Pure ella non chiuse subito la cassa, restò a fissare il coperchio, quasi smemorata, quasi cercasse ricordarsi qualche cosa. Girò così, due o tre volte, per la grande sala, frugando con lo sguardo negli angoli oscuri: ritornò e d'un colpo solo abbassò il coperchio, chiuse le serrature con le chiavicine. Le tremarono le mani.

E così frammischiando il comico al serio, noi andavamo per questi strani quartieri sotto l'occhio vigile della polizia, che non ci perdeva di vista. Con quali cure paterne ci guidavano quei buoni constabili!... con quanta intelligenza ci dirigevano attraverso viuzze impure, cortili oscuri, androni che sembravano senza uscita!... Si capiva che la nostra vita era loro affidata. Ed infatti senza la loro continua sorveglianza, non solamente saremmo stati svaligiati perfino della camicia (domando perdono agli Inglesi di pronunciare questa parola, che qui è di circostanza), ma fors'anche maltrattati, se avessimo voluto difenderci. Le faccie che incontravamo si erano come rabbuiate. Abbeverati d'alcool, i pezzenti di cui percorrevamo le dimore, tornarono a casa a tastoni. Alcuni si coricavano lunghi distesi a' piedi d'un muro, per non più rialzarsi fino al mattino; altri si lasciavano andare sopra un mucchio d'immondizie, dove scomparivano per met

Lui era tornato in Francia, poi abbandonava noi Italiani, e andava a cercar fortuna in Egitto.... E noi? tornammo poveri e oscuri cittadini, peggio di prima. Ma la mala stagione durò poco.... E venne giù dall'Alpi, come una valanga, e il 2 di giugno del nuovo secolo entrava in Milano. O campi di Montebello e di Marengo! o giorni di gloria troppo presto passati per noi!...

O beati gli asini e vie piú ch'ogni altro animale felici! O beati quelli che asini divengono e sono degni di portare il Re de la gloria in Gierusalem, cittá de li angioli e de tutti i santi! li quali sempre veggono il sole de la giustizia che rasserena le nostre menti piene d'errori oscuri e folti, e sempre mirano la divina e vera bellezza, la quale gli fa in eterno beati e giulivi.

BARITONO I. Tiranno di un paese qualunque, personaggio nervoso e atrabiliare. PRIMADONNA. Moglie di Baritono, donna di carattere indipendente e soggetta a frequenti deliquii. TENORE. Giovane di oscuri natali, di temperamento epatico, affetto di itterizia, e di idropisia cronica.

Da questa selvaggia solitudine, fra i monti brulli ebbero origine tutti i monasteri che, sotto forma di colonie della Chiesa romana, si sparsero per tutta l'Italia, la Sicilia, la Germania, la Francia ed anche per la lontana Britannia. I monaci mantennero stretti i rapporti fra queste regioni e Roma, e, in mezzo alle barbarie di secoli oscuri, essi posero i germi della civilt

Il suo volto si era rianimato come sotto il riflesso d'una fiamma interiore, che fosse balzata all'improvviso dal suo cuore coperto di cenere, ma non spento. Dopo aver tentennato un pezzo tra oscuri viottoli, le pareva di vedere finalmente aprirsi una strada luminosa davanti a , la strada diritta che menava alla mèta, la sua strada, insomma!

Quando ebbe conosciuta la bella Ersilia Batacchi la prima volta a Cannes in un Casino-Concetto, la sua prima idea era stata di far di lei una moglie della mano sinistra: ma la resistenza passiva di lei e quella più cauta del sor Paoleto lo persuase a sposarla secondo la legge civile e a presentarla al suo mondo misto di uomini d'affari, di grandi uomini e di oscuri agenti di cambio, di artisti e di vagabondi internazionali, in mezzo a cui le signore passavano quasi senza vedersi. «Libera coscienza in fedelt

Tanto cresceva e poteva giá quest'opinione popolare, la quale se non si trova cosí chiaramente espressa nella storia de' secoli oscuri come degli splendidi, in quelli pure si manifesta a chi non isdegni cercarla.

Io vi lascio sul limite, che non varcai finora, Perchè siete il tramonto ed io voglio l'aurora; Perchè se noi, quì in terra, viviamo una giornata, Io d'ineffabil luce la mia vo' illuminata; Perchè, sazio degli uomini, io voglio amar l'Idea; Perchè gli oscuri baci di questa sacra Dea Valgono i mille affetti della gente piccina; Perchè val più il delirio d'un sogno che affascina. Dell'entusiasmo d'obbligo d'un ballo mascherato; Perchè ai dolor dei molti io mi sono temprato, Perchè i ghigni di scherno, la fame e la Censura, (Dalla fronte brevissima) non mi fan più paura; Perchè la solitudine amo più della folla; Perchè abborro i mïasmi d'una carne gi

Parola Del Giorno

s'alceste

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