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Aggiornato: 27 settembre 2025
Gli sembrò di essere diventato una creatura perfetta. Egli solo sapeva amare. Cacciato via, egli si ostinava ad amare; abbandonato, egli restava costante; schernito, egli era ancora l'umile adoratore; brutalmente vilipeso, egli restava buono, onesto, fedele. Sovra tutto, fedele!
E dopo una breve pausa, durante la quale sentì Loreta abbandonarsi più gravemente sul suo petto: Alvise.... egli soggiunse, interrompendosi con una esitanza improvvisa. Ella levò il capo, vivamente. Alvise?... domandò come esortandolo a continuare. È onesto. Comprese quale sia il suo dovere. Partir
Appresso tutto il pertrattato nodo vidi due vecchi in abito dispari, ma pari in atto e onesto e sodo. L'un si mostrava alcun de' famigliari di quel sommo Ipocrate che natura a li animali fe' ch'ell'ha piu` cari; mostrava l'altro la contraria cura con una spada lucida e aguta, tal che di qua dal rio mi fe' paura.
Sarebbe cosa facile: i tanti che mangiano per cinquanta, contentarsi di mangiare per venticinque. Per persuadersi che i tempi sono cambiati, date un colpo d'occhio all'Austria. Chi non preferisce oggi la condizione d'un onesto contadino a quella ormai ridicola di cotesto imperatore e re?
Nicolò. Teresita. Nicolò. È vero, ma io non so nemmeno se la mia visita abbia uno scopo. Giacomina doveva avvertirmi di queste circostanze. Teresita. Giacomina mi ha scritto tutto. Lei è venuto a Incirano per uno scopo molto lodevole e molto onesto. Vuol prender moglie. Nicolò. Teresita. Nicolò. Teresita. Nicolò. Teresita. Ci ha pensato un pezzo il signor Nicolò. Nicolò. Teresita. Di chi? Nicolò.
Vi era dunque, come in tutti gli altri esseri della stessa famiglia, una parte buona in Talarico che, coltivata da un uomo che non fosse un prete, poteva dare un cittadino onesto od un milite capace di onorare l'Italia.
Giovanetto ancora, egli era buono, onesto, pio, e tutto ciò non valse a difenderlo dal cattivo genio che lo spinse contro Francesco Parabiano e gli distrusse in un attimo la felicit
Alcune grosse lagrime gli gocciarono sulle guancie e nell'alzar gli occhi in viso alla Tecla scorgendola tutta in pianto e addolorata diede egli pure in uno scoppio di singulti, e quel ruvido ma onesto cuore fu schiantato dall'affanno. Si abbracciarono, e mentendo a sè stessi sussurrarono con voce spenta e fievole: Coraggio, Tecla! Oh sì, fatevi animo, Giaimo!
Giorgio le inondava il cuore di una gioia suprema, rivelandosi come lo aveva sognato, onesto, nobile, generoso; ma, nel confronto ch'era costretta a dedurne fra lui e suo marito, confronto che terminava coll'essere troppo favorevole al cugino, la coscienza, giudice severissimo, le faceva scontare quella gioia, rimproverandola, quasi fosse una colpa.
E ciò per la consuetudine di tanti anni, ma più forse, per un delicato riguardo che quel cuore onesto conservava alla defunta contessa, la madre di Maria, che nella rozza devozione del servo, anche morta rimaneva sempre la buona padrona che governava dall'alto su quella casa.
Parola Del Giorno
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