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Aggiornato: 14 giugno 2025
Bene; dunque, Olimpio, accomodati a tuo grande agio, e narrami distesamente quello che ti avvenne.
Brutto Giuda Scariotte! gridò Olimpio dando di un grosso pugno sopra la tavola, che fece rovesciare i fiaschi, e ballare i bicchieri, e gli altri arnesi di terra cotta, e di canna, ch'ebbero nome pipe ; tu mi mandi la jettatura sopra le carte... è andata anche questa; perdo a bocca di barile.
Questo giovane gentiluomo, ch'è il clarissimo signor Duca di Altemps..., incominciò a favellare don Francesco, Bè! E senza schiudere gli occhi, appena fece il masnadiero un lievissimo cenno col capo. Ha concepito un furioso amore per certa fanciulla... Delle nostre, o delle vostre? E che so io? Una camerista... Nè nostra, nè vostra; notò Olimpio, alzando le spalle in atto di disprezzo.
Olimpio non affaticarti, taci; nudrisciti a bello agio... riposati... rifa' le forze... fra poche ore io verrò a levarti. Mai no, che non mi rinchiuderai più; adesso ho fame e sete di aria: mi pare avere sul petto la cattedrale di San Pietro. San Pietro! Ho io rammentato San Pietro?
Olimpio vi ho detto le mille volte, che quando vi piace veniate a casa mia chè il mangiare e il bere non mancano; ma che vogliate dar fondo anche ai miei pochi danari in vino, in giuochi, e in altri, che io non vuo' dire, più brutti vizii; questo è quello che io non vi consentirò mai.
Io ti so dire, riprese Olimpio, che senza le tue candele non saremmo venuti a capo di nulla; come mordeva il tristo vecchio! Per certo ha da avere il diavolo in corpo. Deh! Orazio, dì, o come hai fatto a comporre coteste tue infernali candele? E' sono segreti, che a me per impararli costarono spesa e fatica.
Va, corri tosto, e raggiungi Olimpio; riconducilo qui; affrettati, dico; se torni, prima che suoni l'Angelus, insieme con lui, ti do dieci ducati. Io vi farò vedere se, senza piangere lacrime di sangue, uom possa venire a dichiarare in faccia al conte Francesco Cènci, ch'egli è felice.
Marzio partì la notte, dopo avere posto in salvo Olimpio, che voi avevate condannato a morire di fame... Dunque vive costui?... Ah scellerati, come bene congiuraste a mio danno!... Continua... Al momento dello assalto procurai badare attentamente quello che accadeva, e malgrado la diligenza usata da Olimpio e da Marzio a mascherarsi... Marzio! Dunque nè anch'egli è morto?
Nè era affatto vero, che Marzio avesse profferita la villana ingiuria contro Olimpio; tutt'altro: egli lo aveva con molta benevolenza chiarito come da più giorni fossero terminati i mille zecchini di parte sua, e come, parendogli urgente di levarsi entrambi dal regno, non poteva consentire ch'ei si lasciasse rubare per bische, o spendesse per taverne anche la moneta necessaria al viaggio; ma Olimpio mentiva scientemente, e fingeva un torto per farsi ragione: caso frequentissimo a succedere tra genti malvage; e, quello che sembra più strano, elleno stesse talora col credere alla propria bugìa arrovellano se non vengono satisfatte per ingiuria, che non hanno mai ricevuta.
Nessuno nessuno. O non vedete, che io mi sono travestito da gentiluomo? Infatti Olimpio aveva mutato abbigliamento. Sta' di buono animo; se la cosa va come tu dici, poco male ci è dentro.
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