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Poi disse: <<Omai e` tempo da scostarsi dal bosco; fa che di retro a me vegne: li margini fan via, che non son arsi, e sopra loro ogne vapor si spegne>>. Inferno: Canto XV Ora cen porta l'un de' duri margini; e 'l fummo del ruscel di sopra aduggia, si` che dal foco salva l'acqua e li argini.

Non fu latente la santa intenzione de l’aguglia di Cristo, anzi m’accorsi dove volea menar mia professione. Però ricominciai: «Tutti quei morsi che posson far lo cor volgere a Dio, a la mia caritate son concorsi: ché l’essere del mondo e l’esser mio, la morte ch’el sostenne perch’ io viva, e quel che spera ogne fedel com’ io,

Ma quell’ alma nel ciel che più si schiara, quel serafin che ’n Dio più l’occhio ha fisso, a la dimanda tua non satisfara, però che s’innoltra ne lo abisso de l’etterno statuto quel che chiedi, che da ogne creata vista è scisso. E al mondo mortal, quando tu riedi, questo rapporta, che non presumma a tanto segno più mover li piedi.

Ma non trasmuti carco a la sua spalla per suo arbitrio alcun, sanza la volta e de la chiave bianca e de la gialla; e ogne permutanza credi stolta, se la cosa dimessa in la sorpresa come ’l quattro nel sei non è raccolta. Però qualunque cosa tanto pesa per suo valor che tragga ogne bilancia, sodisfar non si può con altra spesa.

E le Romane antiche, per lor bere, contente furon d'acqua; e Daniello dispregio` cibo e acquisto` savere. Lo secol primo, quant'oro fu bello, fe' savorose con fame le ghiande, e nettare con sete ogne ruscello. Mele e locuste furon le vivande che nodriro il Batista nel diserto; per ch'elli e` glorioso e tanto grande quanto per lo Vangelio v'e` aperto>>. Purgatorio: Canto XXIII

Sott'esso giovanetti triunfaro Scipione e Pompeo; e a quel colle sotto 'l qual tu nascesti parve amaro. Poi, presso al tempo che tutto 'l ciel volle redur lo mondo a suo modo sereno, Cesare per voler di Roma il tolle. E quel che fe' da Varo infino a Reno, Isara vide ed Era e vide Senna e ogne valle onde Rodano e` pieno.

Qui vid'i' gente piu` ch'altrove troppa, e d'una parte e d'altra, con grand'urli, voltando pesi per forza di poppa. Percoteansi 'ncontro; e poscia pur li` si rivolgea ciascun, voltando a retro, gridando: <<Perche' tieni?>> e <<Perche' burli?>>. Cosi` tornavan per lo cerchio tetro da ogne mano a l'opposito punto, gridandosi anche loro ontoso metro;

Vedi come da indi si dirama l'oblico cerchio che i pianeti porta, per sodisfare al mondo che li chiama. Che se la strada lor non fosse torta, molta virtu` nel ciel sarebbe in vano, e quasi ogne potenza qua giu` morta; e se dal dritto piu` o men lontano fosse 'l partire, assai sarebbe manco e giu` e su` de l'ordine mondano.

Sempre natura, se fortuna trova discorde a , com’ ogne altra semente fuor di sua regïon, fa mala prova. E se ’l mondo l

perche' suo figlio, mal del corpo intero, e de la mente peggio, e che mal nacque, ha posto in loco di suo pastor vero>>. Io non so se piu` disse o s'ei si tacque, tant'era gia` di la` da noi trascorso; ma questo intesi, e ritener mi piacque. E quei che m'era ad ogne uopo soccorso disse: <<Volgiti qua: vedine due venir dando a l'accidia di morso>>.