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Aggiornato: 22 giugno 2025
È chiaro. Il duca istesso esce di rado. Perchè? Perchè teme incontrare il rivale; dunque lo odia ancora; ancora ne è geloso. Certamente. Se donna Livia mancasse alle sue promesse, se si trovasse un solo momento col suo antico amante, per sicuro questa volta il duca non le crederebbe. E l'indulgenza, usatale prima, aggiungerebbe alla sua ira, al suo furore.... Non lo credo cangiato.
Bianca è un'amante strana. In fondo la credo una innamorata dell'amore. Sensuale e cerebrale. Odia le ore d'amore rubate in fretta alla vita. Le piace organizzare bene le volutt
Ella, chi sa, adesso mi odia; e si fermava per timore di singhiozzare; poi con voce sommessa proseguiva: come mai devono aver suonato le vituperose proposte all'orecchio della castissima donzella? E il Conte, riguardandolo attonito, pensava: più nuovo pesce di costui non vidi al mondo.
Il tempo ha forse calmato l'odio, se pure il Re lo ha mai sentito pel suo fratello Enrico, ed egli mi avrebbe accolto con quello amore col quale si accolgono i più cari parenti....» «Il tempo consuma il cuore che odia, ma l'odio.... oh! l'odio non cessa neppure col palpito del cuore. Egli scende nei sepolcri, ed agita perfino la polvere dei morti.
Io amo la virtú e odio el vizio; chi ama el vizio e odia la virtú offende me ed è privato della grazia mia. Questi va come cieco che, non cognoscendo la cagione del vizio, cioè il proprio amore sensitivo, non odia se medesimo né cognosce il vizio né il male che gli séguita dipo' el vizio.
Ma tu hai osato strappare dal collo dei bambini il magico pezzo di cordone ombellicale con cui le madri li proteggono dalle malattie! Ho veduto fra i tuoi nemici il feticciere Goko! Ti odia. È audacissimo. Goko agitava un feticcio sulla testa mentre lo bersagliavo sulla duna. Goko è un impostore e tu sei l'unico negro che non ha mai mentito. Non ho bisogno di mentire!
Non è grande facto ponto, ché chi non ama non si duole, anco si dilecta quando lassa la cosa che odia. Sí che, da qualunque lato tu ti vòlli, truovi in loro perfecta pace e quiete e ogni bene; e ne' miseri, che posseggono con tanto disordenato amore, sommo male e intollerabili pene: poniamo che all'aspecto di fuore paresse il contrario; ma in veritá egli è pure cosí.
²⁶¹ Iulian., 552 sg. In questa lettera si presenta davvero un curioso fenomeno ed è quello di un uomo che odia ferocemente degli avversari, coi quali, invece, dovrebbe andar d’accordo, perchè ha comune con essi il pensiero e la morale: tanto che, non potendo negare che essi seguono un indirizzo che, assai meglio di quello de’ suoi amici e partigiani, si avvicina al suo, non esita a dichiararli impostori, e si illude di coprire, con tale accusa, la verit
Macchiavelli nel proprio secolo è uno straniero; se ne ha i vizi, non ne ha le idee e non ne sente le passioni. Ha l'istinto del nuovo, ma non lo afferra e si avviluppa in contraddizioni insolubili; chiarissimo nella visione dei fatti, l'intorbida appena ne cerca la ragione: realista, è un sognatore. Non comprende e nessuno lo comprende, vuole agire e non può, insegnare e non gli si bada; consiglia il dispotismo ed è un democratico, adora il proprio comune e vorrebbe una patria italiana, odia Roma e non si volge verso Lutero: è un artista e non parla mai d'arte, è un indipendente sempre in cerca d'un padrone, un libero che ignora la libert
Lanzirica mi odia perchè sono un ignorante. Pretende che ci si può fidare dei Giuma. Io sono convinto che tu non debba fidarti di loro. Nulla mi sfugge, Kabango! Credimi, essi congiurano contro di te! Ho visto poco fa i loro capi, appiattati lì, nella casa abbandonata. Dicono che tu hai portato nuove febbri, chiuse nelle ghirbe. Ti uccideranno, Kabango. Non passare la notte in questo luogo. Partiamo subito. Sorreggerò io stesso Mabima, e quando sar
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