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Aggiornato: 10 maggio 2025
Il signore di Lautrec, o il conte Odetto di Foix, come altri il chiamavano, che era gi
Elena non rispondeva, ma, per estremo di sventura, sul volto di lei, senza ch'ella il volesse, apparvero i segni del rifiuto e dello spregio.... Tacque Odetto di colpo.... Dietro alle porte chiuse, più voci chiamarono altamente e con insistenza la signora. Questa gridò per rispondere, e fu un grido da metter tutti in allarme. S'udirono allora de' gran colpi all'ultima porta.
Odetto accortosene, sentì un súbito intenerimento, un rimorso e appianò la fronte e fu sollecito di confortare il fanciullo, il quale accortosi dal canto suo della commozione paterna: Padre, continuò, se tu vuoi ch'io guarisca, fa che quella donna cessi di piangere. Io soffro, o padre, io soffro assai: fa dunque che quella donna cessi dalle pene.... e finiranno anche le mie. Il Signore mi ha fatto sentire una voce che mi consiglia una tale piet
La sventurata Elena, più non sapendo allora a che appigliarsi, alzatasi quanto più poteva ed accostata la bocca all'orecchio del Lautrec, quasi paventasse d'essere udita da qualcheduno. Ah Odetto, disse con accento cupo e guturale, e il nostro figlio!?
Sì; è Odetto di Foix appunto, soggiunse tosto il Morone; il signore di Lautrec. Il Palavicino diventò pallidissimo, e, guardando fisso in volto il Morone, non seppe aggiungere altre parole. Così tu saprai, continuò il Morone dopo una lunga pausa, che la duchessa Elena signora di Rimini, di cui mi hai tu parlato altra volta, è in Roma da due giorni. Lo so.
Nel tempo che ne stette assente, il conte Galeazzo Mandello non potè mai escludere il timore che il Lautrec, in quell'intervallo, fosse mai per mandare a vuoto, con qualche atto estremo, tutti i suoi progetti, per cui appena entrò in palazzo, la prima cosa fu di assicurarsi ancora intorno allo stato delle cose; ma seppe che Odetto persisteva sempre nella prima sua volont
Manfredo, entrò allora per la prima volta a parlare il conte Crivello, noi vorremmo che tu credesti alle proteste della nostra amicizia, che mai non fu tra noi, e che adesso ti esibiamo, ed è santificata dalla comune sventura; noi vorremmo che tu ascoltassi i nostri consigli. Non fummo banditi come tu credi; non abbiamo avuto, per noi stessi, fino ad oggi, a patir soprusi dalla Francia e dall'atroce uomo che ci governa; a noi non fu ancor torto un capello; pure abbiam cambiate tutte le nostre terre in oro sonante, ne abbiamo caricato i nostri cavalli; tutte le nostre sostanze sono qui, e dolorosamente emigriamo. Il solo spettacolo dell'universale miseria, quand'anche in un prossimo avvenire non avremmo intraveduta anche la nostra, bastò a spaventarci tanto da comandarci la fuga. Or pensa se a te conviene ritornare, che più volte fosti notato sulla tabella del capitano di giustizia, e quando la tua famiglia ebbe la prima a sopportare per te lo sdegno terribile di Odetto? Tuo padre fu spodestato di quanto aveva in Lombardia, se non lo sai, te lo dico, ed ora è a Parma, se pur vive ancora; un tuo fratello fu ucciso; gli altri fuggirono....Sappi ancora, che Odetto ti ha condannato nel capo ed ha posto una taglia sulla tua testa. Retrocedi dunque, per carit
Nel tentare d'alzarsi per parlare all'orecchio di lui, avea dovuto abbracciare la sua armatura e lasciarsegli andare addosso. Ora un tal atto, che richiamò ad Odetto l'epoca più felice della sua vita e lo illuse al punto da trasportarlo a quel tempo, e l'accento straziante onde gli fu ricordato il figliuolo, fu di una efficacia strana. Oh Elena! proruppe Odetto allora e con impeto.
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