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Aggiornato: 25 giugno 2025
E tu lo sai! Tu che più di tutti ti accanivi contro chi tentava difendermi! Belcredi. Oh, via, per ischerzo! Enrico IV. E guardami qua i capelli! Gli mostra i capelli sulla nuca. Belcredi. Ma li ho grigi anch'io!
Un giorno, finalmente, lo vedemmo arrivare a casa mia col cappello a larghe falde sulla nuca, con gli occhi raggianti, quasi spauriti. Vorrei leggervi.... E si era arrestato, per guardarci in viso.
Facchini nati e cresciuti, i portantini erano rotti a qualunque strapazzo del mestiere: e, la cinghia alla nuca, le estremit
Il compagno correva più di lui; ma erano inseguiti, e assai da vicino. «Ferma! ferma!» gridavano alle loro spalle, molte voci straniere; e alle voci s'aggiunse una schioppettata, e una palla fischiò tra i due malcapitati, che entrambi credettero d'averla nella nuca, nelle spalle, nelle reni ad un tempo.
E io non supponevo che lei partisse così presto... Appunto, non lo supponevo neanch'io... È una disdetta, perchè io speravo di legger quella traduzione in strada ferrata. Domani?... Com'è possibile? Eh, pazienza.... Desolato, Bardelli ripigliò: Se fosse per domani sera potrei forse.... No, è inutile... Quando non l'ho per domattina... Bardelli si grattava la nuca.
Innanzi, tutto gli soffia sul viso gelo e terrore; e alla nuca lo insiegue il fischio della bufera. Cresce il soffio del terrore, cresce il fischio della bufera; e su dalla terra, oh spavento! ecco un pugno negro emergere, giganteggiare. Apresi, stringe gli artigli; ahi! ahi! giá lo abbranca pel ciuffo; ahi! ahi! travolta in un attimo la faccia del conte, sovrasta alle spalle di lui.
Sancio non udiva forse più. Al bruciore caustico del vescicante su la nuca, egli scoteva di tratto in tratto il dorso, e piegava la testa in basso, con un lamentio fievole. La lingua, ritirata fra i denti, violacea, quasi anzi nerastra, aveva gi
Teresa! susurrò Guido interpretando male quel turbamento dell'amica. E le sfiorò con le labbra la nuca. Ella si ritrasse vivamente, aggrottando le ciglia. E gli additò la sedia. Sta tranquillo, torna al tuo posto. Guido non osò contraddirla, non osò tentar più nessuna carezza. La sentiva, benchè a due passi da lui, tanto, tanto lontana.
Trasportati dall'impeto dei loro destrieri, i tenitori che primi incontravano le lance nemiche furono Bilmont e Bresilles; questi percosso dal Cavaliere primo venuto stramazza sul terreno a gambe levate; quegli ferito dal Cavaliere del fulmine di colpo tanto rovinoso, che la lancia, rottagli la visiera, gli entra in bocca, gli taglia la lingua, e gli riesce dietro la nuca, sollevato di sella è scagliato cadavere lontano nel campo.
Parola Del Giorno
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