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Aggiornato: 2 giugno 2025
Trasportati dall'impeto dei loro destrieri, i tenitori che primi incontravano le lance nemiche furono Bilmont e Bresilles; questi percosso dal Cavaliere primo venuto stramazza sul terreno a gambe levate; quegli ferito dal Cavaliere del fulmine di colpo tanto rovinoso, che la lancia, rottagli la visiera, gli entra in bocca, gli taglia la lingua, e gli riesce dietro la nuca, sollevato di sella è scagliato cadavere lontano nel campo.
La gente accorsa per vedere stava fissa alla distanza di quattro o più braccia dagli scudi dei tenitori, come se una linea magica le impedisse di venire oltre. Le dame romane, guardavano verso la folla per iscorgere qualche loro vagheggiatore, nè vedendovene alcuno, dimettevano vergognose la faccia; le francesi esultavano su l'onta d'Italia.
«Signori Cavalieri, i nostri tenitori sono otto, e voi non siete che due,» parlò il Contestabile: «vorreste forse sostenere soli l'assalto di tutti?» «Avete compagni?» domandò il Cavaliere del fulmine al Cavaliere primo venuto. «Ho l'anima, la spada, la lancia, la mazza d'arme; ognuna di queste vale un Francese: voi pure le avete, dunque siamo tanti e tanti.»
Egli si ritira alla tenda, dove aspettavano gli altri tenitori della giostra, ed il corpo di Pietro conte di Atenolfo è menato via dall'arena. Gli araldi annunziano Baccelardo duca di Puglia e di Calabria. Perchè questi siffattamente facevasi chiamare, agognando sempre ricuperare gli Stati del padre suo Umfredo da Roberto usurpati.
Ormai era passata nona, nè alcuno si presentava a far contro i tenitori; così grande correva la fama di questi Cavalieri francesi, che nessuno per quanto prode si attentava. Guido da Monforte vestito di giustacuore di cuoio si avvolgeva tra i suoi fratelli di arme, e ad ora ad ora, sorridendo, diceva: «Non ve l'aveva io detto?»
Nulla di più facile: egli ha offerte da tutte le parti: vi saranno i prodotti che pagheranno tutto. I commercianti delle campagne, tenitori di strani magazzini dove si trova di tutto, dalla trebbiatrice alla pasta da minestra e dal grano ai cappelli, si affrettano a divenire creditori, e porre così una specie d'ipoteca sul lavoro del mediero.
Rotto lo incanto, suscitata la virtù italiana, si videro da tutte le parti farsi oltre Cavalieri a toccare, qual col ferro, quale senza ferro, gli scudi dei tenitori, così che al tramontare del sole il libro del Contestabile si trovò pieno di nomi, e di descrizioni d'insegne.
«Signori,» favellò il Cavaliere del fulmine rivolto verso i tenitori «i vanti non vincono le prove delle armi, e disdicono altamente a gentili Cavalieri: faccia ognuno quel meglio che può; la vittoria sar
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