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Mirate, dama, il mio stipite in vetta diceva, e Adamo faceva osservare; e va pur dietro alla sua linea retta gran monarchi e regine a nominare. Non era giunto a un quarto della carta; Marfisa disse: E' convien pur ch'io parta. Io sono persuasa, state certo, della nobiltá vostra risplendente. Non mancherò d'uffizi; il vostro merto è tal che avanza ogni altro concorrente.

Il signor Bouterweck per altro con validissime ragioni viene difendendo la devozione de' moderni per le donne, siccome consentanea alla nobiltá e dignitá dell'anima umana. Poi, adducendo gli esempi de' trovatori di Francia, di Spagna e d'Italia, dimostra come la passione dell'amore, ringentilita di tanto presso i nuovi popoli, fosse la prima inspirazione de' poeti.

POLISENA. A Dio solo si dia la gloria, ché noi non siamo meritevoli di tanti favori per li nostri peccati. EUFRANONE. Moglie, va' e fa' quanto t'ho detto, ché io andrò a convitar per domani tutti i parenti e la nobiltá di Salerno. DON FLAMINIO. Io vo' far prima ogni sforzo se posso indurla ad amarmi; e quando non mi riuscirá, non mancará ricercarla per moglie.

Quindi tutto ciò fu figurato dagli antichi romani, percioché, quando imprimevano la dea Moneta sopra le loro medaglie, la faceano sempre stante in piedi e non mai a sedere, come di ciò ne fa menzione Enea Vico nel capitolo IV del primo libro dell'opera sua, nella quale si tratta Della nobiltá delle medaglie antiche; e ciò faceano per dimostrare che le monete, di propria natura, stanno sempre in andare.

O poca nostra nobilta` di sangue, se gloriar di te la gente fai qua giu` dove l'affetto nostro langue, mirabil cosa non mi sara` mai: che' la` dove appetito non si torce, dico nel cielo, io me ne gloriai. Ben se' tu manto che tosto raccorce: si` che, se non s'appon di di` in die, lo tempo va dintorno con le force.

Servirò voi e il vostro figlio con grande amore; e se voi mi compraste con prezzo d'oro, a lui m'ho reso schiavo con prezzo di amore: e certo che riconosciuto che sará il mio amore, sarò degno di libertá. MANGONE. Il nome val ogni dinaro: sará certo nato nobile nel suo paese, perché ancora nelle miserie spira la sua nobiltá. FILIGENIO. Di che paese sei? MELITEA. Di Pirinaica.

Cosí dall'alzamento delle monete riceve danno il principe, ricevono danno i sudditi nell'entrate ed averi loro, e impoverisce la nobiltá, onde non può far le solite spese, e perciò ne patiscono ancora tutti gli ordini inferiori, e non solo la mercatura, ma anco le arti; ed insomma tutto il popolo ne sente gravi pregiudizi, sino talora all'esterminio delle arti stesse, che sono il mantenimento delle cittá.

Gloriera'ti tu della viltá e ignavia di coloro li quali, percioché di molti loro avoli si ricordano, vogliono dentro da te della nobiltá ottenere il principato, sempre con ruberie e con tradimenti e con falsitá contra quella operanti? Vana gloria sará la tua, e da coloro, le cui sentenzie hanno fondamento debito e stabile fermezza, schernita.

ISOCO. Di grande animo ne' pericoli, ardita con modestia, di nobiltá umile e onoratissima nella bellezza: in un picciol corpo un gran spirito. E sappiate che di queste arti niuno le fu maestro; ché dalle fascie si portò seco simili parti da far invidia a qual si voglia principalissima gentildonna.

Perciocché tutti quei doveri, comuni a chiunque pretende a nobiltá, sono tanto piú stretti a chiunque si trovi in nobiltá decaduta. Nella quale, i vanti d'antichitá, i vanti della virtú degli avi, i vanti di pareggiarli, si fanno poi non solamente piú risibili ma fatali. La superbia può essere tollerabile quando si cerca ne' propri meriti, ma non quando si fruga tra gli avi.