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Aggiornato: 6 giugno 2025


Io non l'esalto con questo oltre misura. Ombre e incertezze e transazioni e debolezze vi furono; ma la colpa fu innanzi tutto di tempi singolarmente avversi a ogni salda e nitida coerenza e continuit

Folco sentiva sorgere dal cavo delle mani, dall'onda dei capelli semplicemente divisi nel mezzo con una nitida scriminatura, dalle pieghe dell'abito, da tutta la persona di Gioconda, un profumo discreto, e pur penetrante, che mai non aveva prima avvertito.... Si perdeva a fissarla, riprendendo il lavoro di soprassalto, quando la fanciulla ve lo richiamava.

Era forte? Era bello? Com’era? E mentre così interrogava stessa, nel fondo del suo spirito ella non giungeva a raffigurarsi l’uomo. Sempre in lei l’imagine dell’infante persisteva, si sovrapponeva ad ogni altra imagine, vinceva con la nitida chiarezza delle sue forme ogni altra forma fantastica che tentasse di sorgere. Ella non preparava l’animo, si abbandonava debolmente al sentimento indeterminato. Il senso della realt

Egli non si era accorto della piccola ruga che appariva sulla fronte nitida, fulgente di Nora, e che diventava profonda, sinistra;... non si era accorto nemmeno della macchia rossa di vino che aveva in mezzo allo sparato, sulla camicia bianca; quella macchia rossa che il Casalbara, nel suo torpore sonnolento, vedeva farsi sempre più grande, fastidiosa, opprimente, e che, adesso, gli ricordava i giornali, i debiti, le gesta dello zio Matteo, che gli faceva sentire, persino in quel benessere, nella quiete raccolta del salotto, così vicino a Nora, così riscaldato, così inebriato da Nora, la sghignazzata plebea, cinica, brutale del Kloss!

Nostalgia mi cacciò dalla mia nitida casa, ove i fiori in snelle coppe odorano. Ed un guarnello d’operaja indosso mi mise, e al collo un fazzoletto rosso. E son venuta ove le basse fabbriche serpi di fumo snodan dai comignoli; e di cordami e di carbone e d’assi ingombri son gli spiazzi irti di sassi.

Ma dai discorsi si sapeva ch'egli riempiva le pagine di impressioni, di reminiscenze, di note autobiografiche, di vita giornalistica, di articoli di polemica e di sfoghi poetici. La sua calligrafia non fa mettere gli occhiali. È nitida e arieggia l'inglesino. Non è quella dello scrittore che va via all'impazzata e lascia agli altri la briga di capirla.

Nell'ore languide dei caldi estati, Mentre ronzavano Api e farfalle d'oro nei prati, E nella nitida chiesetta il sole Pingea l'altare, Non altro udivasi che un susurrare Di labbra e un morbido Striscio di suole. Poi nulla, Attonita nel paradiso, Bianca la tonaca e bianco il viso, La pia badessa, dicendo l'Ave, In un soave Sonno chiudeva le luci stanche Entro una nuvola di cose bianche.

La mattina alle 3, cioè sul primo albeggiare, quando da quelle alture si vede fuggire verso Francia il cielo nero scintillante di stelle, e salire dai gioghi nostrani il chiaro cielo diurno, egli si levava e usciva a passeggiare fumando in mezzo al silenzio del campo e a trarre l’oroscopo della giornata dall’aria nitida sulle ghiacciaie bianchissime, o dai brandelli delle nuvole lacerate alle vette.

Dopo il frastuono assordante di Milano, dopo il via vai, il vociar confuso della folla, essa gustava l'armonia vaga, recondita di quella pace, di quella solitudine, di quel silenzio. Sorrideva al saltellar dei passeri sulla ghiaia del giardino.... fissava intenta il volo di due farfallette bianche, perdentesi nell'aria nitida, contro il cielo azzurro.

Aveva neri i capegli e ravviati con artistica sprezzatura sulla cervice; vasta la fronte e nitida a guisa d’avorio; aperti lineamenti, il labbro superiore, un tal po’ rialzato ad espressione di sarcasmo, era ornato da due sottili basette che guardavano superbamente all’insù; il viso alto, e gli occhi sfavillanti sotto l’arco delle sopracciglia raccolte, aggiungevano efficacia al piglio sarcastico delle labbra.

Parola Del Giorno

quell'autorevole

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