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Aggiornato: 5 maggio 2025


Per altro, siccome non era un andare alla morte, si fece animo come potè, e ravviati colla mano i morbidi capegli sul fronte, e tirate due punte, o per dir meglio, due ombre di baffi, diede una scossa al campanello che sapete. L'uscio si aperse prontamente, e la signora Giuseppina Giumella, fatto entrare il visitatore, fu pronta del pari a richiuderlo.

Diavolo d’uomo, quel Damiano! Ma sapete voi che prima d’entrare in paese egli aveva fatti i suoi apparecchi di civetteria? In primo luogo si era diligentemente ravviati i capelli; poi s’era arroncigliati i baffi in forma di due rubacuori; da ultimo aveva fermate un po’ meglio nella rivolta della berretta alcune penne di pappagallo, che il giorno innanzi aveva ritrovate nei boschi.

Sulla soglia, la signorina Silesia Pfaff, coi capelli neri accuratamente ravviati e la tipica faccia rubiconda, comparve insieme a Leo, il grosso cane di Terranova al quale ero insoffribilmente antipatico. La signorina mi porse la mano, Leo m'abbajò contro, secondo il solito.

E cosí, da questo fine del secolo nono a tutto il decimo e mezzo l'undecimo, succedettersi poi, con poche eccezioni, i peggiori papi che sieno stati mai, e come papi e come principi; finché non li vedremo corretti e ravviati da parecchi santi e da uno grandissimo.

Aveva neri i capegli e ravviati con artistica sprezzatura sulla cervice; vasta la fronte e nitida a guisa d’avorio; aperti lineamenti, il labbro superiore, un tal po’ rialzato ad espressione di sarcasmo, era ornato da due sottili basette che guardavano superbamente all’insù; il viso alto, e gli occhi sfavillanti sotto l’arco delle sopracciglia raccolte, aggiungevano efficacia al piglio sarcastico delle labbra.

E ravviati leggermente con tre dita i capegli e data una scrollatina all'abito nero, come per levarne le grinze, il figlio di Sua Eccellenza se ne andò verso il corridoio dei palchi di prima fila, per consolarsi presso la taille de guêpe dei superbi dispregi di madonna Giunone. La quale, per uno di quegli arcani psicologici che hanno fatto chiamare l'uomo un animale imitatore, era parsa bella e desiderabile al contino Candioli, dopo che l'avevano trovata bella e desiderabile gli altri. Ed Ariberti, dal canto suo, non si era innamorato per una ragione altrettanto frivola? Nel suo struggimento, più assai di testa che di cuore, non c'entrava egli per due terzi di vanit

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