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Oramai, non c'era più da sperare. Ariberti corse cogli occhi in fondo alla lettera. E qui, s'egli avesse avuto la memoria più pronta, non ci sarebbe stato neanche da stupirsi. La firma era quella della «sua devotissima serva, Giuseppina Giumella» di quella fiorista in via Dora Grossa e pigionale della signora Paolina, in via degli Argentieri, che i lettori conoscono.

Giuseppina era pallida e pensierosa, Agata accorata, io malcontento ed inquieto. Mia suocera, che ci aspettava con espansiva letizia, ci trovò tutti oppressi da incomprensibile tristezza, e ne rimase rammaricata, quantunque sua nipote le prodigasse le più affettuose carezze.

Mi feci coraggio, rientrai, salii rapidamente le scale, e senza chiedere ove fosse mia moglie, corsi difilato verso la mia antica cameretta, e spalancata la porta con un calcio, comparvi improvvisamente davanti a mia figlia. Allo strepito della mia entrata il conte sparì, Giuseppina diede un guizzo, ed esclamò: Oh Dio!... pap

Giuseppina era dotata d'una costituzione robusta; sua madre colle cure intelligenti del cuore aiutava potentemente la natura e la scienza, e grazie al cielo nostra figlia ci fu conservata, e passate le burrasche d'infanzia crebbe in buona salute, acquistando vigore dall'esercizio delle membra nell'aria pura ed elastica delle montagne.

Che cosa resta nella sventura se manca il compianto di chi ha divisa la gioia?!... Nei giorni nefasti, quando la mia Giuseppina cadde ammalata per la dentizione e il morbillo, la desolazione aleggiava sulla casa, e la nostra vita sembrava sospesa.

Una moglie dotata delle più squisite doti di cuore e di mente, colta del pari che amabile, la signora Giuseppina Strepponi divide con quest'uomo di tempera antica, con questo artista privilegiato, i sereni travagli della villa. L'armonia regna nei due cuori, e questa armonia produce nella casa l'ordine e il benessere.

Ci voleva proprio il giudice conciliatore per terminarle, io osservai; è un originale venuto al mondo a bella posta per accomodare le differenze fra mogli e mariti. Chiamata la Giuseppina, le abbiamo subito comunicata la nuova. Ci parve lieta, ma non sorpresa. Sei contenta, le domandai, se mandando alla contessa la nostra adesione, invitiamo lo sposo a sollecitare la sua venuta?

Per altro, egli non doveva sfuggire alla gratitudine della signora Giuseppina Giumella. Il bene che si fa, non si perde. Anche il nostro Nicolino Ariberti se lo avr

Sua madre venne nell'estate. Come ritrovò Letizia Ramolino suo figlio! Anche il cuore vanitoso della madre era precipitato dall'alto della fortuna, ma non si spezzò; il cuore di Giuseppina, più nobile, si spezzò, 30 giorni dopo la prima caduta di Napoleone, alla Malmaison.

Allora mi spiegavo il motivo della desolazione eccessiva dimostrata da mio zio per la malattia di mio suocero!... egli rimaneva deluso nella speranza che venissi a Milano con mia moglie. Tuttavia, vedendomi al fianco la Giuseppina, mi pareva più fiducioso del solito. Divagavo nelle smanie della mia posizione imbarazzante, quando la Veronica entrò nella stanza.