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Ma con denti di pantera, aguzzi, tu sorridi: e t’è caduto il fior di bocca, e col leggiadro e muto gesto a me ti riveli, o Primavera: e fiori e fiori dalle dita snelle sbocciano, in fasci, in grappoli, in germogli: per la mia gioia al nudo suol tu sciogli la tua dovizia di terrene stelle.

Pareami in sogno al sacro monte in cima Venir per l'aure a vol, sovr'ali snelle Tra il coro delle vergini sorelle Per cui l'uom tanto il viver suo sublima. Tornai sul luogo della mia nascita e gridai: «Gli amici della mia gioventù, ove sono?» E l'eco mestamente rispose: «Ove sono?» ...

dico con l'ale snelle e con le piume del gran disio, di retro a quel condotto che speranza mi dava e facea lume. Noi salavam per entro 'l sasso rotto, e d'ogne lato ne stringea lo stremo, e piedi e man volea il suol di sotto. Poi che noi fummo in su l'orlo suppremo de l'alta ripa, a la scoperta piaggia, <<Maestro mio>>, diss'io, <<che via faremo?>>.

In un'altra ci sarei stato più volentieri a studiare, solo, raccolto, con una gran biblioteca: aveva un aspetto grave insieme e sereno. In una terza pensavo che non ci si potesse vivere che facendo all'amore, tanto aveva le forme snelle e la tinta gentile.

Viva la faccia delle Berti. Quelle non sentono, non vedono quasi, e non han niente da riferire a nessuno. Passano nel mondo sorridendo e sperando; beate loro, e madre bofficiona e figliuole snelle, che cresceranno in bellezza e in rotondit

In cima a la rupe, nel niveo soggiorna Riposa la diva le membra sue snelle; Le danzano in giro le rosee donzelle, La cullano i canti d'un astro fedel.

Ed eran quel silenzio e quella pace che in te bevevo a sorsi larghi e puri; e il bacio amavo su’ tuoi vecchi muri de l’edera tenace. L’antico tempio, presso l’ospedale, svolgea sue linee semplici e divine. Per due bifori in alto, snelle e fine, rideva il ciel d’opale.

Amante mio, vedi laggiù le snelle stelle d'oro che vanno d'un passo lieve sulla spiaggia, agili, a due a due, in luminoso abbraccio? Son seminude, e a quando a quando il loro corpo di perla s'affusola e la loro carne rosea, sbocciando fuor dalle morbide madreperle gronda di rubini sanguinolenti!... La mia voce.

E tonderò la mia liscia capigliatura, e stringerò nel cordone del saio monastico le snelle mie reni che saziarono il piacere delle gloriose cortigiane. Il piede mio sottile, uso a ben reggersi nelle piccole staffe delle selle di peso leggero, patir

Profili regolarissimi, forme snelle, eleganti, occhioni grandi ed espressivi, pettinature stravaganti intrecciate a conterie che cadevano sul fronte, vestite di semplici pelli adorne di piccole conchiglie, collane e braccialetti di conterie o di metalli alle mani e ai piedi. I più bei tipi selvaggi, delle vere piccole Selike.