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Aggiornato: 27 giugno 2025


E 'l duca disse: <<I' son un che discendo con questo vivo giu` di balzo in balzo, e di mostrar lo 'nferno a lui intendo>>. Allor si ruppe lo comun rincalzo; e tremando ciascuno a me si volse con altri che l'udiron di rimbalzo.

«Per me si va nella cittá dolente», ecc. In questo canto ne racconta l'autore come alla porta dello 'nferno pervenissero, e come dentro ad essa fosse da Virgilio menato, e quivi vedesse i cattivi miseramente afflitti, e ultimamente pervenissero al fiume d'Acheronte.

E ’l duca disse: «I’ son un che discendo con questo vivo giù di balzo in balzo, e di mostrar lo ’nferno a lui intendo». Allor si ruppe lo comun rincalzo; e tremando ciascuno a me si volse con altri che l’udiron di rimbalzo.

Godi, Fiorenza, poi che se’ grande che per mare e per terra batti l’ali, e per lo ’nferno tuo nome si spande! Tra li ladron trovai cinque cotali tuoi cittadini onde mi ven vergogna, e tu in grande orranza non ne sali. Ma se presso al mattin del ver si sogna, tu sentirai, di qua da picciol tempo, di quel che Prato, non ch’altri, t’agogna.

«Tu se' lo mio maestro». Qui con reverirlo vuol muover Virgilio chiamandolo «maestro», «e 'l mio autore». In altra parte si legge «signore», e credo che stia altresí bene; percioché qui, umiliandosi, vuol pretendere il signore dovere ne' bisogni il suo servidore aiutare. «Tu se' solo colui da cui io tolsi», cioè presi, «il bello stilo», del trattato, e massimamente dello 'Nferno, «che m'ha fatto onore», cioè fará.

quando Virgilio incomincio`: <<Amore, acceso di virtu`, sempre altro accese, pur che la fiamma sua paresse fore; onde da l'ora che tra noi discese nel limbo de lo 'nferno Giovenale, che la tua affezion mi fe' palese, mia benvoglienza inverso te fu quale piu` strinse mai di non vista persona, si` ch'or mi parran corte queste scale.

<<Ne' morte 'l giunse ancor, ne' colpa 'l mena>>, rispuose 'l mio maestro <<a tormentarlo; ma per dar lui esperienza piena, a me, che morto son, convien menarlo per lo 'nferno qua giu` di giro in giro; e quest'e` ver cosi` com'io ti parlo>>. Piu` fuor di cento che, quando l'udiro, s'arrestaron nel fosso a riguardarmi per maraviglia obliando il martiro.

«Io era tra color che son sospesi», in quanto non sono demersi nella profonditá dello 'nferno, nella profonda miseria de' supplici piú gravi, come sono molti altri dannati; sono non che in gloria, ma in alcuna speranza di minor pena, che quella la qual sostengono.

Ché se uno solo peccato facesse per campare tucto il mondo de lo 'nferno, o per adoperare una grande virtú, non sarebbe caritá ordinata con discrezione: anco sarebbe indiscreta, perché licito non è di fare una grande virtú e utilitá al proximo con colpa di peccato.

D’i corpi suoi non uscir, come credi, Gentili, ma Cristiani, in ferma fede quel d’i passuri e quel d’i passi piedi. Ché l’una de lo ’nferno, u’ non si riede gi

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