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Aggiornato: 14 giugno 2025
Non curato dalla contessa Lalla, egli cercò della Nena colla quale aveva sempre tenuta viva l'amicizia, pensando di valersene in ogni evenienza; ma non potè trovarsi con la Nena che una sol volta, perchè la padroncina, gi
Ed egli, ormai, s'era lanciato. La Nena, che aveva ascoltato Sandro cogli occhi spalancati, gli confessò che non lo capiva affatto; ma che per quella visita ch'egli voleva fare alla sua padrona, ella si sentiva stringere il cuore. Il Frascolini perdette la pazienza, la strapazzò come un cane e la mandò via.
A queste parole, uno sbadiglio che errava sulle labbra di Ramengo, si convertì in un Oh! e sentendosi tutto rimescolare, balzò in piedi di scatto; l'attenzione sua cambiò di natura, e spalancò gli occhi addosso il vecchio, il quale proseguì: Una donna e un bambino; signor sì: non c'è meraviglia che tenga: ma una donna vestita bene: n'è vero, Nena? doveva essere di condizione: giovane, bella che non le dico altro: e il bambino non finiva forse un mese.
Ma la Nena, moglie di lui, forse che avesse in astratto sentito parlare dei guaj del mondo e delle bisbeticherie dei signori, cagliava, e al garzone diceva: Non badargli! rimani qui. Pane non te ne verr
Egli giurava a sè stesso, alla Nena, a Dio, ai Santi che aveva avuto ragione di vendicarsi come si era vendicato, che nemmeno il Padre Eterno avrebbe avuto più pazienza di lui, che altrimenti sarebbe stato uno stupido, un vigliacco: ma non osava di guardare la Nena, e quanto più alzava la voce e smaniava, tanto meno riusciva a nascondere, a soffocare quell'altra voce che gli usciva più forte dalla coscienza.
La vera cagione, per altro, del suo mutamento non l'aveva indovinata anima viva; neppure la Nena, che portava e riportava i libri da Sandro alla padroncina, senza mai sospettare che insieme coi libri ci fosse una corrispondenza secreta. Tali supposizioni, anche quest'ultima dell'organista, andavano ben lungi dal vero.
Quando arrivò sull'uscio del suo piccolo quartierino si sciolse dal braccio del Vharè, entrò, attraversò l'anticamera, seguita da quell'altro, sempre un po' imbronciato, e si fermò nel salotto: la Nena aveva accesa la lucerna, che da una campana smerigliata diffondeva una luce ristretta e tranquilla.
Giulia era in ammirazione, la Nena rimaneva estatica, miss Dill, inforcati gli occhiali sul naso, approvava gravemente, ma con convinzione, e la vecchia marchesa, che stava in disparte e che proprio bene non lo poteva vedere, esclamava tratto tratto: O l'è na vea maavegia; o l'è na vea magnificenza!
Oh, sarebbe arrivata ancora in tempo!... La Vergine benedetta le avrebbe fatta questa grazia, questo miracolo!... Arrivata a casa, fece le scale di corsa, entrò nell'appartamento, ma non trovò la signora, in nessun luogo. Era uscita per andare alla messa, poi non era più tornata... Certo, le dissero le altre donne, che la Nena aveva interrogate, certo, doveva essere da sua madre.
Al secondo anno da quando donna Nena era venuta a stare lassù, in una mattina di febbraio ella uscì come disse a Gaetanella Rocco per andare a pregare l'amministratore di quel locale perchè le facesse rimettere a un finestrino della celletta un vetro frantumato. Da un orto vicino i monelli glie lo avevano rotto: il vento le entrava in camera, proprio accapo al letto.
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