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Verrò certo... Venga, e il libro lo dia alla Nena: ma di nascosto che nessuno lo veda. Il Frascolini, in quel mistero, in quel primo segreto della giovinetta, non capì nulla, nulla affatto... forse perchè non ebbe tempo per riflettere. Improvvisamente la voce della miss e lo squittire di Musette attrassero la sua attenzione. Mostro! scellerato! canaglia! Oh, è orribile! sbraitava l'inglese.

Quella sera, per giunta, la signora contessa fu con lei ancora più buona del solito; e quando ebbe finito di svestirla, le regalò una cappotta, sulla quale Lalla sapeva che la sua cameriera teneva l'occhio da un pezzo. La Nena si sentì stringere la gola nel ringraziarla, e quella veste le pesò sull'anima come fosse di piombo.

Perciò egli si credeva in obbligo di sfoggiare colla Nena un'aria di sussiego, certi atteggiamenti olimpici, che la mettevano sulle spine.

Poi colla Giulia, miss Dill, la Luigia, la Nena e colla marchesa di Genova, che si trovava avvolta, presa, spinta da quella folata di ragazze, senza capire un ette di ciò ch'era avvenuto, Lalla seguì Lorenzo, che adesso portava lui la cassetta sulle spalle.

La Nena lo ascoltò, ascoltò tutto, pallida, tremante, senza mai dire una parola; poi, uscì ratta dalla camera, fece le scale a precipizio e correndo, senza badare ai curiosi che si voltavano a guardarla, corse subito a casa per cercare della signora contessa, per avvisarla di tutto, per impedire ch'ella andasse dal Vharè, per salvarla. Alle due, mancavano più di tre quarti d'ora.

Tutti e tre ritornarono insieme verso casa, dove trovarono appunto l'istitutrice che scusava la sua assenza dicendo di aver preso un po' di fresco sotto il pergolato, perchè soffriva di nervi. La brigata prestò fede al racconto; non così Lalla, che fissò l'istitutrice e sorrise. Salutati affabilmente gli ospiti, la signorina e la miss si ritirarono, e la Nena con loro.

Giorgio, infatti, era fermo da pochi istanti. Quel giorno al tocco, lo si sapeva, era aspettato alla sede del Comizio Agrario; ma invece la seduta era andata deserta. Egli allora, era una bella giornata di sole, ritornò a casa per prendere Lalla e fare insieme una passeggiata. Anche il Della Valle, come prima la Nena, sentì che Lalla non c'era, ma anch'egli pensò subito che l'avrebbe trovata da sua madre. Prima per altro, come faceva spesso, passò dal suo studio per vedere se fossero arrivate lettere od altro. Trovò il suo ragioniere, parlò di affari con lui, gli diede alcuni ordini e gi

Compariva sulla scena coi capelli arruffati, il petto e le braccia nude, pallido in volto; e allora col fascino della voce bellissima e della parte da eroe faceva impressione anche su Lalla. E così, s'è divertita? domandava la Nena alla padroncina, mentre l'aiutava a spogliarsi. Abbastanza.

Quando ci sposeremo, Nena, farò arrivare da Parigi, anche per voi, un bel vestito come questo! scappò a dire, strizzando l'occhio, quel burlone di Lorenzo. Ma non era il momento di perdersi a ridere: c'era troppo da fare. Lorenzo fu mandato via, e Lalla provò subito il vestito.

Il nome di don Vincenzo, buttato quasi a casaccio, fece molto effetto sulla povera miss. Non fiatò più, abbandonò la mano del giovanotto e rinunciò ad ogni altro tentativo di seduzione. Conducetelo nella mia camera, ordinò alla Nena, e aspettateci l