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Aggiornato: 14 luglio 2025


Il Frascolini, più furbo della Nena, sapeva giocarla benissimo su questo tasto.

Si fece ripetere dalla Nena tutto ciò che aveva saputo dal Frascolini, poi le ordinò di ritornare a casa e di mostrarsi con tutti tranquilla e indifferente. Si sarebbe abbandonata più tardi alle lacrime ed ai rimorsi, quando la sua padrona fosse stata al sicuro.

Per altro aveva ancora la testa a segno, e invece di scendere dalla signorina, come voleva Sandro, corse affannata a riferir la cosa a miss Dill, la quale era appunto in camera sua, almanaccando senza far nulla col solito crochet fra le mani. Appena inteso di che si trattava, la miss si tolse le lenti e sgranò gli occhi per veder in faccia la Nena. Venga, venga subito con me.

Non è vero che il vetro al finestrino glie lo han rotto dall'orto. Lo ruppe lei, tempo fa, sbattendo la vetrata. Non avrebbe detto nulla all'amministratore se non fosse capitato il piccino, ch'è malaticcio e debole. E col vento in casa... Sentite, interruppe la rivendugliola io vi do questo paio di calze pel piccino e voi glie le portate a donna Nena, poveretta.

Però, quando rivide la Nena, non le riferì il cattivo esito della sua visita: era stato uno smacco troppo forte. Invece ebbe reticenze, misteri, i quali lasciavano sospettare chiss

E allo stesso modo senza compromettersi, cioè sempre col mezzo e col nome della Nena, essa gli avrebbe anche risposto. E gli rispose infatti, una volta nei primissimi giorni, ma volle che la Nena firmasse la lettera: Tant'e tanto, il tuo nome lo sai tirar giù!

Lo sa leirispose il mugnajo, contraendo il capo fra le spalle. Quattro o cinque settimane fa, una notte tardi tardi, eramo a letto, e sentiamo un cavallo arrivare: fermasi: bussano: Qualcuno, diss'io fra me, al quale faccia male l'aria di qua del Po, e voglia passarlo. Mi affaccio, domando. Chi è? Son io. Chi io? ed egli Padre (perchè m'ha sempre conservato questo nome), son Alpinolo: apritemi». Corsi io, corse la Nena, corsero Omobono e Donnino; per tutti era una festa il suo arrivo. Ripone il cavallo: entra... Se l'avesse visto! che cera! che occhi! Al figlio di mia madre non la si d

A queste parole, la Nena, povera innocente, pianse dalla commozione; ma Lalla invece, con molta calma e con molta ragionevolezza, rispose a Sandro (s'intende a nome della Nena), che ...egli doveva pensare soltanto al proprio avvenire; che pur troppo il mondo, come diceva benissimo lui nella sua lettera, era molto diverso da quello vagheggiato a Santo Fiore, e ch'egli non doveva correre in cerca di una chimerica felicit

Invece la Gemma è sempre alla finestra per vedere il figlio della Nena; mi sono affacciata anch'io un momento, e ho visto che aveva messo sul davanzale un magnifico stivalino di pelle nera. Si facevano dei segni; allora Gemma si è ritirata, ma la mamma, credendo di aver indovinato tutto, le ha dato uno schiaffo.

Che cosa dici?... che cosa intendi di fare?... esclamò la Nena spaventata. Ciò che voglio fare non ti riguarda. Ma la mia padrona? Non ci devi pensare. No, no. Sandro, non voglio; non voglio che tu le faccia del male. T'ho contato tutto, perchè ero gelosa, ecco, non per altro. Oh, non l'amo, no. Sta tranquilla che non l'amo e ne avrai presto la prova.

Parola Del Giorno

serafica

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