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Aggiornato: 14 luglio 2025
Della Nena?... E se Giorgio l'avesse spiata e scoperta?... Allora... allora suo marito avrebbe avuto ragione di credere anche quello che non era, perchè lei, infine, non aveva rimorsi! Non sarebbe stato prudente nemmeno il valersi, come al solito, dei libri. Giorgio, che non era uno stupido, avrebbe capito subito il contrabbando.
Donna Nena se ne va a Roma esclamò, ridendo, un calzolaio ch'era uscito a vedere dalla sua bottega, con uno stivale fra mani. La facezia ebbe successo fra quanti guardavano. Donna Nena se ne andava a Roma! Buon viaggio! Le vicine ridevano. Rideva Nannina Fiocca, la innamorata del calzolaio. Quando gli passò accosto gli dette uno spintone. Bel core che hai!
Bisognerebbe tirarlo un po' su; stringerlo di spalle disse la Nena alla Luigia, fissandola per farle capire dov'era il difetto, ma senza spiegarsi di più, per non mortificare la padroncina. Avete un bel dire voi; ma io non mi arrischio... Non conviene esclamò Giulia. È cosa tanto di poco! Allora, dopo lunga e seria discussione, si concluse di non toccarlo.
Alla Nena, invece, ch'era lì presente, batteva il cuore tanto forte che pareva le volesse saltar fuori dal corsetto. No, di quel... signore l
Le ragioni del marito, come succede, prevalsero: la Nena, sul congedarlo, mentre rassettava indosso quel po' di cenci al fanciulletto che balzava tant'alto dalla contentezza, gli diceva: Guardati dai pericoli, fuggi le cattive compagnie, le donne e le bettole», come dicono tutte le madri nel licenziar i figliuoli, Maso gli soggiungeva: Rispetta sua signoria e fa fortuna»: e Ottorino si menò seco il ragazzetto.
Ma, oramai, era inutile il rimpianto, e la Nena, che aveva un debole per quel bel ragazzo e che in lui, anche adesso che il Frascolini aveva un occhio solo, vedeva sempre l'eroe dei Due Sergenti, da quella domenica in poi fu roba sua, tutta sua, anima e corpo.
Povera Nena!... Era tanto innamorata da non accorgersi nemmeno, da principio, che il suo amante le parlava sempre della sua padrona, più della sua padrona che di lei; ma ci badò più tardi e ne fu gelosa, e ne pianse.
Per quella madre, Sandro, il Vharè, la Nena erano tutti colpevoli, odiosamente colpevoli, ma sua figlia no, o, almeno, non pensava alla sua parte di colpa; sua figlia non la vedeva altro che in pericolo. Corse nella sua camera, si buttò addosso una mantelletta nera, un velo fitto sugli occhi, e si avviò verso la casa del Vharè.
A queste parole Sandro urlò una bestemmia, battendo il pugno sulla tavola: il colpo rimase attutito dallo stiratoio di lana; ma i ferri sobbalzarono così fortemente come il cuore della Nena.
Lorenzo fu addirittura buttato da una parte, e allora Lalla, la Nena, la Giulia e la Luigia, delicatamente, levando uno dopo l'altro i larghi fogli di carta bianca che erano stesi sull'abito, lo scoprirono nel suo intatto splendore.
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