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Aggiornato: 5 luglio 2025
Una parte della caserma, Serristori saltò in aria, minata dalla vostra mano, e seppellì non pochi nemici sotto le rovine.
«Bel Cavaliere,» favellò Carlo facendosi presso a Ghino «tu dunque ci prometti una battaglia prima di entrare in Benevento?» «Cavaliere di ventura, pensi ch'io mi sia aggiunto ai tuoi nemici per vederti trionfare?» «Nè più gradita, nè più cortese ambasciata potevi farci di questa; abbine in guiderdone questo nostro stocco....»
Esaudì l'Austria quella invocazione; e fu un punto che Torino sentì approssimarsi lo scalpitare dei cavalli nemici. Francia venne; in meno d'un mese, di battaglia in battaglia, e di sbaglio in isbaglio, Austria fu a Solferino.
Voi barattate le carte; gli spogliati siamo noi, e voi c'infamate per ladri se per ogni via c'industriamo riagguantare il nostro; sicuro! ai nemici si ha da nocere meno, che fie possibile, ma le sono sentenze da starsi nei libri del Grozio, e del Puffendorffio; un dì queste magnifiche cose non sapevano i principi, e non facevano; oggi le sanno ma non le fanno; ecco il divario che passa tra il vecchio e il nuovo.
In questo il giudizio di Tifone somigliava a quello d'un vecchio romano che, consultato sul da farsi con molti prigionieri nemici che ingombravano il campo, mentre questo stava per essere attaccato, rispose: «Ammazzateli!»
Parlava con entusiasmo di arte e di artisti, e nel narrare i molteplici episodii della sua fortunosa carriera riusciva piacevolissimo e attraente. Giovò a moltissimi, ebbe amici in buon numero, pochi nemici, pochissimi detrattori.
Il popolo in Sicilia per un periodo non breve ha avuto la forza e il potere nelle mani; ha devastato qualche volta i beni di coloro che crede a torto o sono realmente suoi nemici, ma ne ha rispettato le persone e non si è vendicato sulla loro vita. Sar
70 E se gli è tuo voler ch'egli patisca, e ch'abbia il nostro error degni supplici, almeno la punizion si differisca sì, che per man non sia de' tuoi nemici; che quando lor d'uccider noi sortisca, che nome avemo pur d'esser tuo' amici, i pagani diran che nulla puoi, che perir lasci i partigiani tuoi.
Alla volgare calunnia rispose il Mazzini nobilmente, serenamente, come chi si sente l'animo integro, con lo scritto Ai nemici, al quale mandiamo il lettore .
Dunque... io t'ho chiesto acquavite che raspi e sèdano che morda... e non m'hai dato nè una cosa nè altra... e queste che ho sotto i denti paion frasche di zucca... in quanto poi ai nemici che tu dici.... Ci son forse novit
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