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Aggiornato: 28 giugno 2025
O voi omnipotenti & iniusti Dei Da cui tutto il mio mal nasce e deriva Udite almanco mei dogliosi omei Nanti ch'io giunga a la tartarea riva Dapoi che consentite che costei Facci l'anima mia de vita priva Udite il mio tormento, e vostro errore Che piettoso e iusto atto è udir chi more.
Torna la donna in una verde vesta, che tiene un molle ramicello in mano e vien benedicendo la foresta. Non cade, no la sua pietade invano nel rigido dolor, ma il segno santo della prudente piccioletta mano Alla tristezza scioglie il duro incanto. Ogni nebbia si dissipa e prevale il sol che nasce da un bel mar turchino, entro la selva che mutò colore.
All'Ussero mi sento in patria, evviva l'Ussero! Ed afferrando il colmo bicchiere lo vuotava avidamente d'un fiato. Havvi un fiume, amico mio, rispose pacificamente il tedesco fra una cucchiajata e l'altra di risotto, che nasce nel seno della Svizzera e che serpeggiando rapido fra fertili pianure e fioriti declivi forma colle sue acque un lago che, la natura rivestì de' più ridenti panorama.
Avete cacciato anche voi le farfalle nella vostra infanzia? chiesi una volta a mio cugino. Come no? L'uomo nasce con questo istinto e le farfalle, i coleotteri, i cervi volanti sono le sue prime vittime. Non le sole? Certo, non le sole. Che cos'è la vita se non un continuo avvicendarsi di vincitori e di vinti?
Rapisco a la donna che siede con gli occhi su l’ago il sogno che ride al suo cuore; il primo suo gemito al bimbo che nasce, presago di pianto, fra il sangue e il dolore;
Nulla muore di ciò che nasce, e solo gli atomi nell'eterna ridda d'una vita che non posa mai, mutano forme e armonie. I fiori della primavera si dissolvono nella terra, che alimenta gli uomini, e nuove giovinezze succhiano gli umori dei nostri petali avvizziti; mentre lentamente matura il frutto sul nostro ramo invecchiato.
Dunque se Geneviève est un contre-temps, Henri non è certamente entrato nel parco e nel castello per Geneviève, e la miglior prova è che appena egli l'ha scorta, s'è mosso per andarsene. Ma Geneviève lo vede e lo chiama. Henri bisogna che s'arresti. Di lì poi nasce la catastrofe logicissima. Come può dire Henri al Barone: "sono venuto qui per Geneviève", se realmente è venuto lì per la moglie del Barone? La presenza di Henri nel castello in quella notte è colpevole e, diciamolo pure, è pazza, è sconsigliata: bisogna espiarla. Il mezzo termine di Geneviève sarebbe alla coscienza di Henri una infamia maggiore, un rimorso maggiore, e poi l
Grande raffreddore cerebrale collocato dentro un tubo di legno giallo. Il clarinetto non è una invenzione del Conservatorio, ma sibbene del destino. Si diventa callista a forza di studio e di lavoro, ma si nasce clarinettista.
Per la qual cosa, veduto quale corpo superiore sia piú possente nel grado che sopra l'orizzonte sale in quella ora che alcun nasce, secondo quello cotal corpo piú possente, anzi secondo le sue qualitá, dicono del tutto il nato disporsi.
che' tu dicevi: "Un uom nasce a la riva de l'Indo, e quivi non e` chi ragioni di Cristo ne' chi legga ne' chi scriva; e tutti suoi voleri e atti buoni sono, quanto ragione umana vede, sanza peccato in vita o in sermoni. Muore non battezzato e sanza fede: ov'e` questa giustizia che 'l condanna? ov'e` la colpa sua, se ei non crede?"
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