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Aggiornato: 25 giugno 2025
Quando però tornai dal camposanto dove avevo accompagnato la piccola cassa mortuaria, coperta di raso bianco che spariva sotto il cumulo di fiori sciolti profusovi sopra e attorno, fui preso da improvvisa commozione alla vista di Fausta stesa come una morta sul letto, sussultante pei singhiozzi che non arrivavano a risolversi in pianto.
Il cimitero, piccolo, modesto, senza lusso d'ornamenti, con una sola cappella mortuaria che raccoglieva le ossa degli avi, dei nonni e della mamma di Lucia, qualche croce arruginita sorgente fra le erbe alte, qualche angioletto di ferro dipinto indicante la tomba d'un bimbo, e cippi, alcuni spogli, sepolti nel verde, altri adorni di ghirlandine di fiori freschi o circondati da brevi aiuole coltivate, era messo di sghembo su la costa del poggio, riparato dal sole che vi batteva in pieno da un folto di piante che si innalzavano lungo il muricciolo di cinta.
Tornò il Martini ad annunziare che tutto era in ordine per la partenza, e alle due antimeridiane lasciavano la Stazione il Generale e Leggero guidati dal Martini e dal Sequi, e raggiungevano la vettura che li aspettava presso la stanza mortuaria dietro le mura della citt
Ora mi si ripresentava proprio quale l'avevo veduta allora appena da me composta nella cassa mortuaria, col viso cereo, con gli occhi chiusi, e le labbra smorte, serena; e mi sembrava che avesse dovuto continuare a dormire, forse a sognare come io le avevo affettuosamente sussurrato nell'istante del distacco.
Dopo il lungo deliquio che Alberigo aveva sofferto, per la natura indebolita, le impressioni che riceveva non potevano essere di quell'impeto subitaneo che sospinge a partiti disperati, bensì di quella tristezza profonda e inesplicabile che solleva ed aiuta talvolta le angosce colle lagrime. E i rintocchi di quella campana inondandogli l'anima di una tristezza senza pari, gli fecero pensare che in quel giorno sarebbesi data la sepoltura alla povera sua Valenzia. Uno scoppio di pianto successe infatti a quel pensiero, e senza mai dire una parola, durò di questa maniera quasi tutta la giornata con gran maraviglia e compassione del servo che mai non volle abbandonarlo. Verso sera volle uscire e promesso al servo sul proprio onore, il quale rifiutavasi a lasciarlo andar fuori, che non avrebbe mai più attentato alla propria vita, e però vivesse sicuro, si recò al palazzo Grimani dove alloggiavano i legati del Conte di Virtù per avere da loro licenza di ritornarsene a Milano, ciò che facilmente potè ottenere. Appena messo il piede fuori di quel palazzo, nel punto che stava per saltare nella gondola, vide ciò che non avrebbe mai voluto vedere. A un tiro di balestra del palazzo Grimani, era il palazzo dell'ammiraglio Candiano: dinanzi agli scaglioni di quello, si vedevano quattro gondole in fila, sulle quali risplendevano molti cerei che si riflettevano nell'onda. Nelle due prime erano i frati della regola che cantavano il Miserere; nelle altre uomini e donne che pregavano. Le gondole si avviarono un momento dopo giù per il canal verso San Marco. Ma ciò che fece maravigliare il Fossano, a mal grado della passione insopportabile che lo faceva tremar verga a verga e piangere, con grandissimo stupore degli astanti, fu il vedere la persona dell'ammiraglio ritta e immobile sulle scalee del suo palazzo a vedere la processione mortuaria. La folla delle gondole e delle persone che erano sul canale traendo dietro a quella, in breve tempo il canale fu deserto al tutto. Il Fossano, per ritornare al suo alloggio, doveva passare innanzi al palazzo Candiano, e confuso e addolorato com'era, lasciò che il gondoliere vogasse per l
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