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Aggiornato: 7 giugno 2025
Si vedeva un velo bianco di filo d'argento spiegato su d'un tavoliere, una veste di raso bianchissimo ancora piegata e messa su di un cuscino. Ella aveva i capegli sparsi e pareva la Maddalena del Tiziano. Quando vide il Palavicino si alzò presta e gli corse incontro. Ci siamo disimpacciati di tutto, eccellenza, le disse il Morone.
Il Morone e il cardinale di Sion gli andarono incontro e lo condussero nel mezzo della sala, presso al duca di Bari, che non si mosse.
Dopo quasi una mezz'ora, senti il rumore delle spranghe di ferro che scorrevano, e vide la porta aprirsi. Fu introdotto, e salì nel gabinetto del Morone. Che gran novit
Il Burigozzo, come que' cinque furon partiti. E così, disse a chi gli stava intorno, siete capaci ora, che la storia della paga sia quale ve l'ho narrata io stesso stamattina? Mettetevi dunque in memoria che il Burigozzo non dice mai cosa in fallo. Sta a vedere che tu ne saprai più del Morone e del prete soldato.... Io non so nulla; ma avete sentito... però la storia della paga mi d
Lo sapevo, disse allora il Morone, come se pensasse tra sè, che codesto matrimonio lo dovea cuocere fieramente.
Questo discorso mise il Palavicino in un imbarazzo assai più terribile di prima. Tornò a passeggiare su e giù per la camera inquietissimo, guardava or l'uno or l'altra, pareva gli ardesse il pavimento sotto a' piedi; il Servo intanto aspettava, il Morone e la duchessa tacevano.
Così tornò a spalancarsi la gran porta, e tutti quanti stavano assembrati in quella sala, l'uno dopo l'altro uscirono. Il duca in mezzo al Morone ed al cardinale, dietro lui il duca di Bari che si era accompagnato col Palavicino, e in seguito tutti gli altri gentiluomini.
Era questa una combinazione e un intreccio di cose che il Morone non aveva potuto prevedere. Egli medesimo aveva tentato ogni mezzo presso la Corte, affinchè il Baglione fosse spodestato e la Ginevra Bentivoglio rimanesse libera; ma l'aveva tentato in tempo in cui pensava a trarre alcun partito della di lei libert
Ciò per altro non dispiacque al Morone, il quale naturalmente aveva a temere che nella numerosa conversazione del Chigi entrandosi a parlare, com'era inevitabile, e del Baglione e della venuta della Ginevra moglie di lui, alla duchessa Elena potesse mai balenare il sospetto di ciò che, con ogni premura, le si doveva tener nascosto.
In questo mezzo venne a Reggio Gerolamo Morone. Anch'esso erasi recato a Trento per aggiungere alla causa comune que' Milanesi che l
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