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Aggiornato: 4 giugno 2025
Non era punto: creolo.... in quel momento! Allora Milla ebbe un subito e febbrile risveglio delle forze. S'alzò a sedere sul letto, s'avvinghiò colle braccia scarne al collo di Giuliano e gli si strinse convulsa sul petto, con un grido supremo di trionfo e di desiderio: Vivere!... vivere!... La villa era ancor tutta sottosopra.
Milla! esclamò involontariamente, tu sei un angiolo e io sono un.... Si fermò un momento, poi finì la frase: un marito veramente fortunato. E subito le fece mille complimenti, lodò il suo pensiero, il suo buon gusto. Quell'abito le stava a pennello.... come aveva scelto bene il colore verde bottiglia, e che felice idea quella di quei bottoni larghi, dorati della giacchetta!
Le caccie eran finite, le brigate disperse; i cavalli dovevano esser ferrati a ghiaccio, il casone non era guari riparato dal freddo, e il Principe si annoiava. Ma, benchè si annoiasse seriamente, non gli passò neppur pel capo di prender moglie. Bensì gli venne in mente d'andare a passar l'inverno a Parigi. D'altra parte, era ormai tempo di mettere la Milla in collegio.
Egli aggrottò le ciglia e parve scontento. Oh, bella! continuò Milla, sempre più infervorata nei suoi progetti. Ci vanno tutti, ci voglio andare anch'io. E voglio vedere a giocare; chiss
Mentre sbucciava il mandarino, mandò di sbieco una lunga occhiata verso Milla, che calma, dignitosa, ma un po' pallida, guardava ogni tanto laggiù, verso loro. «Perchè non hai voluto venir con me nel drag?» pensava la Baronessa. «Guarda ora!» E si voltò verso Giuliano: Vi prego, fatemi fresco. Gli porse il suo ventaglione di piume d'aquila, ed egli cominciò coscienziosamente a farle fresco.
E subito, alle spalle di Milla, ecco il Duca.... Milla voltò il visino smarrito verso la luna.... quella vecchia amica di tutte le gioventù! Ma egli no, non lo guardò neppure quel disco pallido e muto. Parlava, e il vento portava le sue parole, brevi, tronche, come soffocate: Ma che idea! vieni, amor mio.... vieni.
E Milla, che aveva fatto conto di rimaner lì celata, rannicchiata nella suprema estasi del suo amore sino al Natale per lo meno.... Pure, un giorno, disse soavemente a Giuliano: Quando partiamo? Quando vuoi rispose languidamente il Duca. Ma come fu caro in quel giorno, e adorabilmente affettuoso per la sua Milla!
Drollino, facendo muovere lentamente i cavalli, aspettò un'ora all'incirca sul piazzale deserto, ornato da due filari di tisiche acacie, sulle quali il cadere continuo e minuto della pioggia produceva un lieve strepito cadenzato e susurrante. Finalmente Milla riapparve. Si fermò un istante sulla soglia, guardando il tempo.
La faccia di Drollino sfolgorava. Egli non seppe ringraziare nè il padrone, nè la Milla; ma da questa a quello scoccò rapidamente uno sguardo impetuoso, esaltato. Volle bensì parlare, ma proprio non gli venne fatto. E il Principe rimase contento, e disse a Milla ch'era una cara pettegolina, e che, giacchè sapeva indovinar così bene, più tardi sarebbe riuscita a condurre suo marito pel naso.
Egli non la baciò; la prese un momento fra le sue; poi non si ricordò neppure che avrebbe potuto stringerla, e la lasciò andare. I due bambini si guardarono un momento in silenzio, con una certa voglia di piangere; soli, avrebbero pianto... forse... Ricordati! disse subitamente Milla. Egli si fece rosso, e scosse energicamente il capo. No, non le avrebbe dette più quelle brutte parole.
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