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Aggiornato: 21 luglio 2025
E in quell'anno la disgrazia, che s'era dapprima ostinata nella sua persecuzione, pareva come averli dimenticati nella povera vita che menavano, sdegnosa forse di mettere a più dura prova le anime semplici e coraggiose che di buon'ora s'eran fatte dimestiche con essa.
Di ciò menavano rumore uomini di gran vaglia, Ticone, Scaligero, Chambers, Calvisio, altri, sicché in fine Gregorio XIII, principalmente coll'opera di Luigi Lelio calabrese, riformò il calendario: furono sottratti e messi in nulla i dieci giorni che dovevano correre dai 4 perfino ai 15 ottobre del 1582, ordinato che solo ogni quattrocento anni si facesse bisestile l'ultimo anno del secolo, e la bolla del marzo 1583 ingiunse che i conti dei giorni andassero a tal maniera .
Come balestro frange, quando scocca da troppa tesa la sua corda e l'arco, e con men foga l'asta il segno tocca, si` scoppia' io sottesso grave carco, fuori sgorgando lagrime e sospiri, e la voce allento` per lo suo varco. Ond'ella a me: <<Per entro i mie' disiri, che ti menavano ad amar lo bene di la` dal qual non e` a che s'aspiri,
Simili donne in generale menavano vita dissolutissima, si abbandonavano a tutti i disordini, senza tema di essere assimilate alle donne pubbliche, giacchè la polizia le tollerava. Molte di queste donne trovavano un marito per la dote che riuscivano ad ammassare con mezzi poco leciti.
E stradetta e cavalli menavano al sicuro. Incominciò Guidello: Dacchè suono la maledetta, vi dico, Ingo, che non mi parve mai mi tormentasse le labbra come stassera, sulla scalea. Sapete: ieri a mattina, abbiamo pubblicato il bando al castello d'Ildebrandino; a dì basso, al ponte levatoio di Baldo; l'altro ieri a vespro, alla piazza di Aginaldo. Che si è raccolto?
Ma le più micidiali fra tutte le macchine da guerra erano i così detti carri falcati, che la Scrittura distingue in due specie: gli uni servivano solamente per condurre i principi o generali; gli altri armati di ferro si spingevano contro la fanteria e menavano grande strage.
E subito appresso a lui vennero quattro scudieri, che menavano grosso toro nero con la testa bendata, ed un cavallo leardo rotato, svelto, lungo, vispo, che andava saltarellando dietro al palafreniere come un levriere. Baccelardo vi salta sopra e comanda agli scudieri di ritirarsi. Egli allora si accosta alla bestia, si piega sul destriero, e con l'elsa a croce dello stocco le strappa la benda.
Si faceva tardi; mettemmo i cavalli al galoppo. A qualche miglia da Sulzena passammo innanzi ai carabinieri che menavano il Beppe. Lo chiamai per nome. Non intese. Camminava colle braccia ammanettate in croce sul petto, colla testa china, col fare stralunato di un uomo che ha l'animo fuori di questo mondo. Il dottore era tanto impaziente di raccontarci la sua storia quanto noi di ascoltarla.
Lo bendarono, gli misero il cappotto, in mano un capo della corda ch'avevano portata, raccomandandogli di tenervisi come guida per camminare, un di loro terrebbe l'altro capo. Andiamo, disse l'istessa voce. E si mossero. Dunque dacchè lo menavano via, non volevano ammazzarlo, lì era chiaro: l'ammazzerebbero fuori, in qualche punto remoto per risparmiarsi la fatica di trasportarvelo cadavere.
Come in tutta la Sicilia così anche in Palermo dalla mezzanotte alle prime ore del giorno della Ascensione era un vociare confuso di pastori, un rumoreggiare assordante di campanacci, un belare di pecore, un mugghiare di vacche. Capre, buoi, interi armenti dalle montagne si menavano (e l’uso è sempre vivo oggidì) alla marina pel lavacro che dovea renderli immuni da mali durante l’anno: e capre e vacche, condotte in giro per la citt
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