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Aggiornato: 20 giugno 2025
144 Così disse il nocchiero; e mosse a riso Rinaldo al fin de la sua istoria un poco; e diventar gli fece a un tratto il viso, per l'onta del dottor, come di fuoco. Rinaldo Argia molto lodò, ch'avviso ebbe d'alzare a quello augello un gioco ch'alla medesma rete fe' cascallo, in che cadde ella, ma con minor fallo.
Una medesma lingua pria mi morse, sì che mi tinse l’una e l’altra guancia, e poi la medicina mi riporse; così od’ io che solea far la lancia d’Achille e del suo padre esser cagione prima di trista e poi di buona mancia. Noi demmo il dosso al misero vallone su per la ripa che ’l cinge dintorno, attraversando sanza alcun sermone.
E così gravida di lui, nel detto luogo, sanza tornarvi mai, vi rimase. Per lo quale inganno simigliantemente qui si concede. Quindi sentimo giente, così nicchia Nell'altra bolgia, che col muso isbuffa E sè medesma colle palme picchia
31 Di tanta preda il paladino allegro, ritorna in Nubia, e la medesma luce si pone a caminar col popul negro, e vettovaglia dietro si conduce. A salvamento con lo stuolo integro verso l'Atlante il glorioso duce pel mezzo vien de la minuta sabbia, senza temer che 'l vento a nuocer gli abbia.
26 Io v'ho da dir de la Discordia altiera, a cui l'angel Michele avea commesso ch'a battaglia accendesse e a lite fiera quei che più forti avea Agramante appresso. Uscì de' frati la medesma sera, avendo altrui l'ufficio suo commesso: lasciò la Fraude a guerreggiare il loco, fin che tornasse, e a mantenervi il fuoco.
Da indi innanzi non sentii giammai Ne gli occhi sonno e ne la bocca riso; Ben portai sempre, e tu medesma il sai, Scura la fronte e scolorito il viso; Ed in foco, ed in giel piansi e cercai Conforto al cor da' tuoi begli occhi anciso; Sparsi lamenti ognor, querele crebbi A te chiedendo aita, e mai non l'ebbi.
Lo ben che fa contenta questa corte, Alfa e O è di quanta scrittura mi legge Amore o lievemente o forte». Quella medesma voce che paura tolta m’avea del sùbito abbarbaglio, di ragionare ancor mi mise in cura; e disse: «Certo a più angusto vaglio ti conviene schiarar: dicer convienti chi drizzò l’arco tuo a tal berzaglio».
Una medesma lingua pria mi morse, sì che mi tinse l’una e l’altra guancia, e poi la medicina mi riporse; così od’ io che solea far la lancia d’Achille e del suo padre esser cagione prima di trista e poi di buona mancia. Noi demmo il dosso al misero vallone su per la ripa che ’l cinge dintorno, attraversando sanza alcun sermone.
33 Ohimè! ch'invano i' me n'andava altiera ch'un re sì degno, un cavallier sì forte per me volesse in perigliosa e fiera battaglia porsi al risco de la morte; ch'or veggo per cagion tanto leggiera non meno esporvi alla medesma sorte. Fu natural ferocit
si leva un colle, e non surge molt'alto, la` onde scese gia` una facella che fece a la contrada un grande assalto. D'una radice nacqui e io ed ella: Cunizza fui chiamata, e qui refulgo perche' mi vinse il lume d'esta stella; ma lietamente a me medesma indulgo la cagion di mia sorte, e non mi noia; che parria forse forte al vostro vulgo.
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