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Aggiornato: 20 giugno 2025
Quando furono nel salottino, mentre le signore s'erano ritirate un istante per togliersi i mantelli, Filippo disse a Berto Candriani: Mi son giuocato più di due milioni. Berto fece un balzo sulla poltrona, nella quale aveva preso posto. Sei matto! esclamò. Da quando in qua ti sei messo a giuocare? Eh no! disse Filippo ridendo e accendendo una sigaretta.
"Come sai ch'io sono matta?" domandò Alice. "Tu devi esserla," disse il Gatto, "altrimenti non saresti venuta quì." Non parve una ragione sufficiente ad Alice, ma pure continuò: "oh come sai che tu sei matto?" "Per cominciare," disse il Gatto, "un cane non è matto. Ne convieni?" "Lo suppongo," rispose Alice.
Marfisa rispondeva: Mio signore, dove tengono il tosco, io so, le bisce; però non cominciate a fare il matto, ch'io so come si lacera un contratto. Non mi diceste un giorno: A me fia grato tutto quel ch'è piacer vostro, illustrissima? Terigi, tra balordo e disperato, fece una riverenza profondissima.
Se voi non mi venite in aiuto, io commetterò un malanno. Da bravo! susurrò fra Giuseppe, essi sono tutti in quello stato lì quando vengono qui. Vediamo; cosa hai? Ebbene, padre mio, ho bisogno di dodici mila ducati, al manco; e voi me li farete trovare. Saresti tu matto senz'altro, figliuolo? Come vuoi tu che io ti dia questa piccola bagatella, eh?
La vista dal Matto è tra le più attraenti, sebbene la punta occidentale, di difficile accesso, mascheri il Vallasco e buona parte dei monti a sud; le Alpi Cozie, col Monviso, vedonsi assai più da vicino e perciò meglio che dai monti di Tenda.
Il qual segue a narrar che in quel villaggio, sendo Marfisa maschio contraffatto, bizzarra e di cervello poco saggio, volle prender sollazzo qualche tratto; e cominciò con lubrico linguaggio, come fa qualche fanciullaccio matto, a tentar le ragazze forosette, e le trovò maliziose e scorrette.
Lucertolo, Zampa di Ferro, il Matto, Vendifumo, il birro più agghindato e più elegante della citt
Ci si diceva che aveva sofferto orribilmente a passare per le vie con tanti arrestati e cogli ordini severi che avevano soldati e agenti di P. S. Un molla! molla! di qualche matto al largo poteva far nascere chi sa che tragedia.
Voleva correre dalla mamma Teresa, per domandar la causa di tale straordinaria visita, e non aveva coraggio; voleva raccontare la cosa a Damiano; ma non sì tosto lo vide spuntare a capo della piazza, si sentì morir le parole in bocca; quand'esso gli passò d'accanto, rispose timido al saluto di lui; e passato che fu, si battè con un pugno la fronte, e disse: Povero me; povero matto ch'io sono!
Che strappazzata!... Che fulmini!... Quell'altro di Trieste era stato imprudente, era diventato matto consigliandogli quella lettera! E Pierino avrebbe quasi voluto svignarsela "in Italia" non per paura dell'Austria, ma di don Giuseppe. Finì invece col correre in camera sua, e col buttarsi mezzo svestito sul letto, per fare impressione nell'animo delle zie, lasciando credere che fosse ammalato.
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