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Aggiornato: 12 giugno 2025


Il tuo MANZONI B.a" "Parigi, 30 ottobre 1806." "Caro il mio Calderari,

Oh! che tempi, diceva Manzoni a Grossi, segnando specialmente le pagine del Ripamonti che alludono all'Innominato. Sarebbe bene porre sottocchio in modo evidente queste istorie...."

quantunque la notizia che abbiamo ora di una Canzone antinapoleonica, non codarda certamente e non oltraggiosa, ma pure scritta dal Manzoni, quando il colosso napoleonico non lo poteva più ferire, scemi una parte dell'efficacia potente che avevano que' due mirabili versi.

Si confronti quello che fin da giovine il Manzoni scriveva da Parigi a' suoi amici lombardi, e ciò che la moglie scriveva di lui nel 1820 al Tosi. Probabilmente il Manzoni avr

Cade quindi l'indiscreta ciarla nata in Milano, per cui si suppose possibile che il Manzoni fosse figlio dell'Imbonati, ciarla, alla quale alludeva forse il verso del noto Carme giovanile, In morte dell'Imbonati: Contro il mio nome armaro L'operosa calunnia.

e che con quelle parole il Manzoni vendicava finalmente nel 1822 i martiri piemontesi e lombardi della libert

Non ti curar di lor, ma guarda e passa, conferma pure il verso del Manzoni giovinetto: Spregio, non odio mai.

Quella sera all'Eden, mentre il duca batteva graziosamente le punta delle dita inguantate ad una canzonettista dell'Orpheum, il Kloss lo fermò a mezzo del suo entusiasmo, e gli parlò della splentita popola che aveva visto uscire dal negozio Ricordi: ne parlò più tardi a cena, ne parlò il giorno dopo, e quando lo vide un po' riscaldato, lo condusse al Manzoni e gli fece vedere la bella popola nel palchetto della Schönfeld.

Mi dica questo soltanto, signorina Eleonora.... Mi dica se si è accorta che io.... se si è accorta del sentimento vivissimo, inestinguibile che io provo.... che ho provato per lei fino dal primo giorno, dalla prima sera che l'ho veduta.... che mi è apparsa sfolgorante, come una regina, al Manzoni. Se n'è accorta?... Se n'è accorta?

Sopra l'importanza vera del Discorso storico del Manzoni intorno alla storia dei Longobardi abbiamo l'opinione stessa dell'Autore, quale egli dovette esprimerla al Fauriel ed al Cousin. Parlando di quel Discorso, il Sainte-Beuve diceva: "Vorrei quasi paragonarlo ad alcuna di quelle argutissime lettere critiche di Agostino Thierry sulla nostra storia di Francia. Senza aver la pretesa di schiarire quella del Settentrione d'Italia nel IX secolo, questo Discorso produce l'effetto di rendere visibile l'oscurit

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