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Aggiornato: 11 giugno 2025


Messer Dardano intendeva poco questa distinzione. Infatti, ammettendo che Domineddio non potesse aver preferenze, si doveva anche credere che non avesse fatto Lucifero (Helel, come lo chiamarono gli ebrei) più bello degli altri spiriti, creati insieme con lui. Ma infine, in quella vecchia storia religiosa, molte generazioni avevano lavorato di fantasia e si poteva ammettere senza sforzo che gli uomini, dopo avere foggiato a loro immagine il Creatore, si pigliassero uguale libert

Mandò allor la francese aquila un grido Alto così che ne rimbomba il cielo; L'ale staccò da lo stendardo infido, Le scosse a l'aria, e ne fe' agli occhi un velo. L'udì il Borusso, e il trïonfato lido Guardò geloso, e sentì al petto un gelo; Da l'ardua rupe, ove sdegnoso stassi, Lucifero discende, e volge i passi

Santa Caterina alla vista di Lucifero si perde d'animo, e, invece di convertire lui alla fede, converte stessa all'amore, e si abbandona ai voluttuosi abbracciamenti dell'Eroe. Alcuni Angeli, sedotti dall'esempio, disertano il cielo, e cantano il desiderio della terrena volutt

Io, benchè indarno procurar vittoria Oggi mai possa d'Ottomano a l'armi, Vuò tal de l'opre mie lasciar memoria, Che Lucifero almen deggia lodarmi, Gli risponde Asmodeo; s'odi l'istoria Ond'io contristo il cor, non che biasmarmi, Anzi compiangerai, s'oggi quì piango, Di caro desir privo rimango.

CANTO PRIMO Pag. 3 Silenzio di Dio. I suoi ministri imprecano. Gli uomini ridono. Lucifero s'incarna. Proposizione del poema, ed apostrofe ai critici. Avvenimento dell'Eroe sul Caucaso, da dove eccita gli uomini alle finali battaglie del pensiero.

Percosso nuovamente da Dio, ripiomba nell'inferno. Non mai contento dell'esser suo ritorna sulla terra. Cristo predica l'amore. Gli uomini desiderosi del cielo dimenticano la terra. Lucifero ve li richiama, ed è malamente calunniato. CANTO TERZO Pag. 41

La mattina seguente, Spinello Spinelli andò per tempo alla chiesa di Sant'Agnolo. Gli premeva di metter mano a dipingere il suo Lucifero, che aveva gi

Infine, che diamine m'è saltato in mente, di far così bello lo spirito delle tenebre? E perchè sarebbe profanata così la più bella immagine che apparisse mai sulla terra? Così dicendo, Spinello correva al trèspolo, ripigliava i pennelli, e, rimescolando i colori sulla tavolozza, andava mutando, insieme con le tinte, i lineamenti del suo Lucifero.

E quel poltron di Lucifero porco facciami come vuol, se ben volesse farmi in pasticci o in brodo o in gelatina. Ma, per parer ch'io non parlo col vino, vorria contarvi pur di questi pazzi: di Girifalco vecchio; e di Crisaulo; e quello scimonito di Filocrate ch'al fin si mangia, in cambio di perdice, la carne de la madre di san Luca tutto l'anno avocata dei tinelli. So ben ch'io sono inteso.

Sparîr gli spettri; su la fredda soglia Lucifero comparve, e disse: È tardi!

Parola Del Giorno

centuplo

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