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Aggiornato: 28 maggio 2025


Neppure uno tra coloro, che si trovavano nella sala, dubitò di attribuire a impostura, a raffinata simulazione, quell'atto di demenza del disgraziato. Impostore! Ipocrita! Birbante! Assassino! Così il pubblico, e i birri, eccettuato Lucertolo, salutavano Nello. L'eccitazione era immensa.

Lucertolo taceva, tutto assorto nelle sue meditazioni. Si accostò a Lina dopo un istante, e stendendole la mano, disse in modo solenne: Hai fatto le tue riflessioni sulla mia domanda... Vuoi dunque sposare il capo-agente Lucertolo?... Io ho gi

Lina era ferma in mezzo alla stanza, tutta pensosa, e si mordeva le labbra, come se l'ira che le covava in seno le avesse richiesto quello sfogo. Io... avrei un gran disegno disse a un tratto Lucertolo, sporgendosi innanzi, con un gomito appoggiato sulla punta del ginocchio, e sostenendo il mento sul pugno chiuso.

Contro di me! interrogò con un affettato stupore la baldracca scozzonata. Contro di te, appunto! E Lucertolo fissava gli occhi in quelli di lei. La scena avvenuta ora è una delle tante che si ripetono spesso in questo luogo, che sono occasione di scandalo, una vergogna per tutto il Mercato... La gente si lamenta e ha ragione... Questo è il riparo di tutti i peggiori arnesi di Firenze...

La ragazza, avvampante di collera, invasa tutta da un fremito, acquistava nuove, irresistibili seduzioni. Non la dirò ad un patto... soggiunse Lucertolo balbettando. E quasi barcollante, con gli occhi semichiusi, le braccia protese si avanzò verso la ragazza. Indietro! gridò Lina sbigottita, raccapriccita al contatto delle mani del birro.

Si diceva Lina che Lucertolo, ricevendo da lei la piccola cassetta, avrebbe creduto naturalmente vi fosse qualche ricordo di famiglia, qualche oggetto a cui teneva la povera ragazza, e avrebbe riputato l'atto come segno di fiducia in lui, come indizio che la ragazza fosse estranea ad ogni complicit

Naturalmente, nessuno era scalzo fra gli agenti accorsi nel Vicolo la sera del delitto. Dunque era chiaro che l'assassino era entrato nella stanza. A lui solo poteva appartenere l'orma del piede ignudo. Ed il povero Lucertolo si smarriva in congetture che dovevano sempre più allontanarlo dalla verit

Dopo la condanna di Nello, riprese Lucertolo esaminando il tappeto, che era stato tolto dalla stanza, dinanzi la quale fu commesso il delitto la sera del 14 gennaio 1831, e che fu trovata illuminata da una lampada... fra le varie traccie lasciatevi dagli ufficiali e dagli agenti di polizia, che vi entrarono in quella sera, e che erano costretti a metter i piedi sulla gora del sangue, sparso per tutto davanti la porta... vidi le orme di un piede scalzo.

Chi l'aveva rimessa in quel luogo? Lucertolo, che facilmente era potuto entrare nella soffitta, che il Tittoli aveva voluto abitar sempre, dopo la morte di sua madre. Lucertolo, sbigottito dalla apparizione, e che non voleva più rivedere gli spettri, i fantasmi; che non voleva più che venissero a turbargli i sonni.

Lucertolo rifletteva. L'avvocato gli scuopriva un altro punto debole delle sue ricerche. Egli aveva negletto di risalire all'origine del reato. Però non si perdette d'animo.

Parola Del Giorno

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