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Aggiornato: 6 giugno 2025
Stasera canto!... Cercando una scusa, un'arma per difendersi, per farsi rispettare, non ne aveva trovata una migliore. Ma non era più, adesso, la Desirée Soleil che lottava contro il principe dei venti villaggi, no; non era che la buona Andreina, la quale sentiva di non poter invocare in suo aiuto nè l'onore, nè il pudore, perchè quell'uomo ch'ella amava, avrebbe potuto deriderla; e però disse quelle semplici parole stasera canto tremando e piangendo, le mani giunte e con un'espressione di sgomento così viva che faceva piet
Il fatto è che la si tuffò corpo ed anima in quell'amore. L'ombra che l'offuscò nei primi giorni fu la sovvenenza di Morella. Adriano ebbe a lottare lungamente, aspramente, prima che Vitaliana gli perdonasse o che avesse ciera di perdonargli. Egli lottava ancora, al periodo a cui è giunta questa storia.
Ormai nel suo spirito vi erano due soli pensieri: la rimembranza del principe, che lottava col sentimento religioso, e che talvolta tentava soverchiarlo ancora. Nell'orribile naufragio, in cui la ragione di donna Rosalia aveva arrischiato sommergersi, la tavola, sulla quale si era salvata, era stata la fede; la fede, che in certe tempre è necessarissima, checchè se ne dica.
"E potevi tu comandare al tuo cuore, povero angiolo?" pensai dentro di me "Ti amo!" le dissi forte. Mi perdoni? insistè. Ti perdono. Le sue labbra gelide si posarono sopra la mia faccia, e la sua mano trovò ancora la mia; ricadde sul guanciale e chiuse gli occhi per dormire. Da qualche tempo io lottava per non lasciarmi vincere dal sonno.
Eppure in quel momento era evidente che un'altra agitazione la turbava. Lottava con sè stessa. Sentiva d'avere un dovere da compiere, e non ne aveva la forza. Un momento s'accostò al figlio, e susurrò: «Senti, Marco;» poi le mancò il coraggio di proseguire; una timidezza invincibile le strozzava le parole in gola. Quello che doveva dire era troppo difficile.
Lottava contro il suo cuore, e sentiva il pericolo di fidar troppo nella sua risoluzione in presenza dell'amante. Le premea di por fine ad un colloquio sì penoso per entrambi. Ma, quando pensava che probabilmente sarebbe stato l'ultimo, mancavale ogni coraggio per non sentire più che il dolore e la tenerezza.
Come si poteva ingollar leccornie a quel modo, quando lì, a pochi passi di distanza, un poverino, lavorando nella fabbrica che dava la ricchezza a la casa, soffriva forse acerbamente, forse anche lottava con la morte?
Il Casalbara si tenne quella spina nel cuore per alcuni giorni;... lottava contro sè stesso, mercanteggiava quasi colla propria coscienza fra la necessit
Egli non mi amava, lottava indarno colla sua amicizia per trasformarla in amore; mi avrebbe sposata e l'avrei fatto infelice. Gli altri mi subiranno come un inconveniente della mia dote: ecco che cosa sono, sapendolo troppo bene per poterlo mai dimenticare. Voi esagerate. No, maestro, siate grande e sincero come sempre: sapete benissimo che ho ragione.
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