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Aggiornato: 26 ottobre 2025
Filippo in piedi osservava la persona snella e pieghevole, la cara testa dai capelli bruni con bei riflessi dorati e il collo bianchissimo e le piccole mani. Sì, a tutto; hai proprio pensato a tutto! disse Loredana, alzando gli occhi a guardare l'amico. E che cosa è questo? Ella teneva fra le mani uno scrignetto trovato sul fondo del baule. Apri: dev'essere aperto, disse Filippo.
La mamma aveva consigliato così; la famiglia Gianella era contenta; Adolfo era innamorato e minacciava d'uccidersi e di uccidere, se Loredana non fosse stata sua. Poi, che cosa poteva fare ella al mondo? Adolfo era un giovane onesto, in buona posizione, e le voleva bene davvero.... Ella s'era rassegnata e il fidanzamento era avvenuto. Senza dirmi nulla! interruppe Filippo.
Lo zio Roberto, poveretto, non è che lo strumento di mia madre, la quale lo fa agire e parlare, ed egli agisce e parla, tanto per avere pace. Vogliono che tu mi lasci? ripetè Loredana. E non vogliono altro? Per bacco! esclamò Filippo ridendo. Mi pare che basti.... No, potrebbero volere di più, disse la fanciulla, dopo un attimo d'esitazione.
La risposta non venne. Loredana guardava l'amico attraverso il velo delle lagrime. Egli fece un passo come per allontanarsi, ma la fanciulla, rapidamente, istintivamente lo trattenne con un gesto. Sì, l'amo anch'io, ella mormorò sottovoce. Filippo l'afferrò per il busto e la baciò sulla bocca.
Essi parvero sorpresi della sua furia ed evitarono di guardarlo, facendogli largo con premura cortese; egli capì che sarebbe stato assurdo accusar l'uno o l'altro alla cieca, e chieder ragione di parole delle quali nessuno pareva conoscere la provenienza. Tornò indietro, raggiunse Loredana, le offerse il braccio e, attraversato rapidamente l'atrio, la condusse alla gondola.
Loredana corse al balcone a guardare il lago, che nella penombra sembrava infinito; solo, nettamente, si distingueva il fanale rosso del faro sulla diga. Ella stava assorta in quella contemplazione, pensando che il paese sconosciuto era ineffabilmente triste, allorchè udì il passo di Filippo. Egli aveva aperto i bauli e sorrideva.
E stava per continuare, quando fu bussato alla porta ed entrarono gli uomini con un baule. Che cosa dicevi? domandò Loredana, allorchè gli uomini uscirono per prender gli altri bagagli.
Loredana s'appressò al tavolino e si dispose a preparare il tè, cercando di darsi un contegno e di sfuggire alle indagini di Filippo; ella era inquieta, come se l'amante avesse scoperto qualche gravo fallo. No, sai? ella balbettò. Non ho pianto.... Che cosa è avvenuto? domandò Filippo al Candriani. Perchè non volete dirmelo?
Gli avevano tanto e tanto parlato di Loredana, delle sue colpe, dei suoi amori, della sua perfidia, che mentre egli lavorava a tutt'uomo per dimenticarla, essa gli tornava alla mente con acre persistenza; e la fantasia s'infervorava a seguirla nel turbine della nuova vita, tra i divertimenti che il seduttore prodigava certo intorno a lei, per ubbriacarla di gioia e avvincerla a sè tenacemente.
Al ritorno dall'escursione dai laghi lombardi, Filippo chiamava Loredana «la viperetta» ed ella sorrideva misteriosamente. Quel che di più gaio, di più sano e di più forte era nella sua anima veneziana, sfolgorava nella passione libera, così che nessun dono era per la giovane premio più ambito che un'ora di baci e di carezze.
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