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Aggiornato: 22 maggio 2025


La folla si pigiava nella platea; gli uomini del governo, i rappresentanti della nazione, i primati, le etére, le dame di capriccio, le Immolate, le mogli emerite prendevan posto nelle sedie riservate o salivano ad occupare le logge. Una impazienza febbrile agitava quel pubblico di trentamila persone.

Il castello è più ricco assai che forte, ove dimora d'Etiopia il capo. Le catene dei ponti e de le porte, gangheri e chiavistei da piedi a capo, e finalmente tutto quel lavoro che noi di ferro usiamo, ivi usan d'oro. 104 Ancor che del finissimo metallo vi sia tale abondanza, è pur in pregio. Colonnate di limpido cristallo son le gran logge del palazzo regio.

Tre ordini di gradini e tre ordini di logge accolsero gli spettatori: nei gradi a mezzodí le dame; di fronte a loro il cardinal legato Capponi e i magistrati; a destra e a sinistra i cavalieri. Nella scena dell’azione s’ergeva un tempio dorico circondato d’alberi; nell’alto, al principio, s’aprí una nube e apparve Giove in mezzo agli dei; e a lui Venere, con a lato il figliuolo cui accennava, chiese licenza di scendere in terra per soccorso e consiglio delle misere donne. Giove, manco a dirlo, assentí, e la nuvola si rinchiuse. Ed ecco uscire dal tempio un coro di sacerdoti, i quali si disponevano a sacrificare alla dea un leone un capro e un drago, quando a suono d’una musica dolce che

Ma ecco, finalmente, un po' di strada da cristiani; ecco il battuto della piazza maggiore; ecco la chiesa, la parrocchiale di San Giorgio; e più su, in capo ad una piazza, che scende larga in pendìo, la mèta del suo viaggio, il suo palazzo, il «Castèu». Meritava il nome con cui era stata battezzata, e sotto cui era comunemente riconosciuta, la vecchia casa dei Sospelli di Vaussana; castello del Trecento, o giù di , con la sua torre da un lato, con le sue logge alte al secondo piano, fors'anche coi merli e le caditoie; restaurato quindi a palazzo signorile, nel corso del Secento, gran colpevole un po' da per tutto di simili trasformazioni architettoniche.

Sopra le botteghe grandeggiano abitazioni di persone di foro e di toga, di gente arrendata e di gente di penna⁴⁸; nei «quarti (quartieri) nobili», alti impiegati e magistrati del vecchio stampo, pei quali abituale è lo spandere più del pingue stipendio, gaudenti dell’oggi, non preoccupati del domani delle loro festaiole famiglie. Agli ultimi piani, sotto i tetti, son le logge coperte dei monasteri, dove in ogni spettacolo profano, in ogni grande solennit

Sugli ultimi piani dei palazzi del Cassaro, sotto i tetti, sporgevano, a brevi distanze, logge coperte. Quivi ad ogni pubblico spettacolo sacro o profano, religioso o civile, centinaia di testoline avvolte in candide bende si movevano irrequiete occhieggiando sulla fluttuante folla del corso. Erano le nobili suore dei Sett’Angeli e dell’Origlione, di S.a Chiara e di Montevergine e del Cancelliere, eran quelle delle Vergini e della Martorana e di S.a Caterina, le quali vi giungevano per lunghi, tortuosi cavalcavia, come quello stranamente maraviglioso di S.a Chiara, che andava di fronte al Palazzo Geraci, o per meati sotterranei, come quello che dalla Martorana riusciva sul Palazzo Gugino (Bordonaro) alle Quattro Cantoniere. Il capriccio femminile sposato all’audacia spensierata aveano con ingente spesa costruito questa specie di tunnel che a Maria Carolina parve (15 aprile 1799) opera romana. Un secolo dopo, livellandosi la via Macqueda, tra la Universit

Le parole del Banditore furono obbedite. Appena le trombe mandarono il terzo squillo, i cittadini silenziosi e commossi abbandonarono la piazza. Era triste spettacolo. Le tribune e le logge nello spazio di pochi minuti rimasero vuote.

19 Poi che revisto ha quattro volte e cinque di su di giù camere e logge e sale, pur di nuovo ritorna, e non relinque che non ne cerchi fin sotto le scale. Con speme al fin che sian ne le propinque selve, si parte: ma una voce, quale richiamò Orlando, lui chiamò non manco; e nel palazzo il fe' ritornar anco.

Grandi logge sorrette da ordini di colonne in pietra numidica, coperte da tappeti di fiori e da cortinaggi di foglie, si prolungavano in fuga giù pe ’l declivio sino al limite della rada frequente di pesci.

O logge aeree, o grotte verdiccie; ultimi fastigi su cui trionfa lo stemma, primi gradini col salve! O fiori che vedete il mare, marmi che riflettete il cielo!... Donna, che mi appari, più formidabile del Doria, appoggiata alla colonna, a cui gi

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