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Aggiornato: 24 luglio 2025


Le labbra livide, e l'occhio, chi avesse potuto fissarlo da vicino, vi avrebbe trovato un miscuglio d'idiotismo e di disperazione. E Marzia? povera Marzia! buona, bella, valorosa! costretta a mantenersi quieta in mezzo a quel branco di scellerati ch'eran pervenuti ad impadronirsi di lei!

La poca luce che mandava dall'interno della stanza la lampada accesa faceva parere più infossate, più livide, più cadaveriche le guancie di lui; l'occhio fosco, affondato, irrequieto, brillava d'una fiamma sanguigna; il contrarsi delle mascelle e delle labbra aveva qualche cosa di spaventato e di spaventoso, di feroce e di doloroso insieme.

La zia Carlotta entrava sorretta dalla suora. Nino con le labbra livide le disse: Vieni via. Non guardare. E le afferrò la mano. Ma Carlotta, col viso nel fazzoletto, singhiozzò: E' la figlia di mia sorella! Dell'unica mia sorella! Devo chiuderle gli occhi. E si fece avanti. Nino uscì rapido. La suora condusse Carlotta alla barella più discosta, e scoperse il viso di Valeria.

Ogni volta, ella fremeva di dolore e le sue guancie si facevan livide: egli, paziente, aspettava che quella emozione passasse, per ricominciare, come se vedesse soltanto il proprio scopo.

Il marchesino pareva una statua, e il suo terrore crebbe, quando udì che il medico diceva alla guardia: Chi è andato al municipio? Il nostro brigadiere, signor dottore. Sta bene. Sonavano le dieci, quando la contessa tornò pienamente in , ma con gli occhi ancora smarriti, infossati, le labbra livide, profondamente abbattuta.

Allora, davanti a quella indifferenza, l'orgasmo le cadde: tornò a sedersi. Ma Tina si avvide che l'altra la scrutava con quegli occhi grigi, pieni di una luce fredda. Infatti il viso della fanciulla era così alterato che sarebbe stato impossibile non accorgersene: tratto tratto dal fondo delle sue pupille azzurre una fiamma dardeggiava come sotto un soffio; aveva le labbra livide e il seno le ansava. Adesso l'ombra di quei due cerchi sotto gli occhi le si allargava per le guance, confondendosi colla oscurit

Chi avesse in quel punto visto Enrica si sarebbe sbigottito. I capelli disciolti le ricadevano sin quasi al ginocchio, le vesti in disordine; la fisonomia piena di terrore, le labbra schiumanti, le guancie, di pallidissime, divenute livide, le occhiaie infossate, gli occhi iniettati di sangue. Di tratto in tratto le sfuggiva un gesto di collera.

Immobile, colle braccia in croce sul petto, la fronte trasudata e grondante, le pupille sbarrate e mute nel nero cerchio delle occhiaje, contratte le labbra, le mani istecchite, livide l'unghie, e tutto della persona sfinito e perduto, quell'uomo sosteneva ancora la lotta dello spirito colla carne.

Pietro Laner anche così solo, così lontano, chiuso fra le sue montagne, aveva sempre nelle orecchie gli urli della folla di Casalbara, aveva sempre dinanzi agli occhi la faccia livida, contraffatta del duca, le pupille fisse, terribili, le labbra gonfie, livide, tremanti di quel vecchio che lo aveva maledetto ingiuriandolo: Vigliacco!

Mezz'ora dopo comparve nel di lei gabinetto; Emilia fremè vedendo la sua aria truce, gli occhi sfavillanti di rabbia e le labbra livide. «È inutile tenervi sulla negativagridò egli furente alla moglie, «giacchè ho la prova del vostro delitto: non avete alcuna speranza di perdono se non in una sincera confessione; il vostro complice ha svelato tuttoEmilia fu colpita dall'atroce accusa.

Parola Del Giorno

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