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Ritta nel cerchio di luce della lampada, col violino alto sul braccio sinistro e la guancia lievemente posata allo strumento, essa pareva un piccolo angelo musicante di Beato Angelico. Teneva le palpebre abbassate, fluttuanti capelli biondi le ondeggiavano sul viso, lievi e increspati come l'acqua d'un ruscello d'oro.

Piccolo, col soffitto a stucco lievemente filettato d'oro e di azzurro, aveva le pareti ricoperte di una stoffa celeste a piccoli fiori di un bianco perlaceo.

S'inoltrarono in un vicoletto, che sale verso la vetta del colle, passarono fra le rotture di un muro diroccato, e traversato un breve spazio di ortaglia abbandonata e imboschita, trovarono, nascosta fra i rovi, l'ellera e i rottami l'imboccatura della grotta; il terreno scendeva lievemente, e la luce andava mancando di mano in mano che si procedeva.

Il secondino negò sulle prime, dicendo ch'era un impiegato incorruttibile, e che mai non avrebbe tradito il proprio dovere per tutto l'oro del mondo; poi, venendo a patti colla coscienza, tornò verso il prigioniero; e senz'altro dire lo guardò, soffregando lievemente il polpastrello del pollice su quel dell'indice, con significanza.

Salto dal letto prendo il mio libretto di note dispongo bene il corpo nudo e coricato di Rosina: Chiudi gli occhi. Bene!... ora aprili! Occhi meravigliosi. La cornea lievemente azzurrina venulata agli angoli da piccolissime venette sanguigne, nuota in uno strano rosolio dorato. La pupilla è nera cerchiata d'oro scuro...

Il vecchio alzò i ceruli occhi e il suo sguardo lievemente appannato, come un vetro celeste su cui il tempo avesse alitato, incontrò e trattenne lo sguardo luminoso della creaturina novella. A lungo, a lungo il vecchio interrogò con lo sguardo vacillante quelle limpide profondit

Lo ben che fa contenta questa corte, Alfa e O è di quanta scrittura mi legge Amore o lievemente o forte». Quella medesma voce che paura tolta m’avea del sùbito abbarbaglio, di ragionare ancor mi mise in cura; e disse: «Certo a più angusto vaglio ti conviene schiarar: dicer convienti chi drizzò l’arco tuo a tal berzaglio».

Paola crollò lievemente il capo, come si fa per un malato incurabile, e si allontanò da Fulvio. La brigata si aggruppava attorno al pianoforte, dove un maestro giovane, pallido, con un grosso ciuffo di capelli neri sulla fronte, accompagnava il canto di una fanciulla gracile, biancovestita, con un filo di voce simpatica, che cantava una romanza di Bizet.

Le visite si susseguirono fin quasi all'ora del pranzo; e Filippo ne uscì in uno stato di fredda disperazione. Piegò il capo sul braccio sinistro appoggiato alla tavola, e restò immoto a pensare. A pensare; ma non seppe mai quanto rimanesse in quella positura. Lievemente, con un passo che il tappeto smorzava del tutto, Loredana entrò nello studio verso le otto, per chiamar Filippo a pranzo.

Flavia si sentiva la coscienza quieta: neppure l'ombra di un piccolo rimorso; quello che le accadeva era molto strano, ma senza un briciolo di sua colpa. Quindi scuoteva la bella testa bionda, si stringeva lievemente nelle spalle e andava al ballo. Perchè poi adempiva agli obblighi della sua posizione con la massima buona volont