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Aggiornato: 2 giugno 2025


⁷⁵ Costui era Sallustio. ⁷⁶ Liban. I, 549, 18 sg. Noi dobbiamo tener conto di questi fatti singolari che ci rappresentano Giuliano come uno degli uomini più illuminati, più coscienziosi, più giusti che abbia avuto l’antichit

¹⁵⁶ Amm. Marcell., II, 37, 19 sg. ¹⁵⁷ Liban., 614, 10 sg.

¹³¹ Liban., I, 577, 7 sg. ¹³² Iulian., 516, 4. Con la sua consueta rapidit

¹⁰⁹ Liban., I, 388, 8 sg. ¹¹⁰ Idem, I, 417, 2 sg. Sul basso Danubio, a Sirmio, la capitale della provincia, trovavasi Lucilliano, il quale, raccolti, in fretta e in furia, dalle citt

⁴²² Liban., I, 570, 11 sg. La condotta di Giuliano, amministratore di un immenso impero, non è dunque meno ammirabile di quella di Giuliano duce di potenti eserciti ed organizzatore di grandi ed arrischiate imprese. Il solo errore da lui commesso, come amministratore, fu la violenza economica esercitata sul mercato d’Antiochia. All’infuori di questo errore, dovuto anch’esso alle buone intenzioni del principe e che, del resto, era la conseguenza dell’assoluta ignoranza delle leggi economiche in cui viveva la societ

² Liban., edit. Reiske, I vol. 580, 15. Gli scritti di Giuliano non hanno tutti il medesimo valore. Abbiamo, da una parte, i discorsi panegirici ch’egli componeva sulla falsa riga della retorica della scuola, la quale poneva tutta l’arte e l’eloquenza in un arido ricettario di formole.

⁹⁸ Il mistero della morte di Elena fu, dai nemici di Giuliano, adoperato contro la sua memoria, allora che il vilipenderla divenne un titolo di onore e di favori. Noi sappiamo da Libanio come un certo Elpidio, il quale aveva cercato di creare imbarazzi a Giuliano quando era nella Gallia, e di sollevargli contro l’esercito (Liban., II, 321, 10 sg.), spargesse la calunnia che Elena fosse stata avvelenata da un medico del seguito di Giuliano, per volere di Giuliano stesso. Libanio insorge, con tutta la forza della sua onesta affezione, contro la stolta menzogna, e, siccome se ne faceva propagatore, in Antiochia, un suo amico e discepolo, Policleto, egli rompe ogni relazione con lui, e non lo riceve più in casa sua (Liban., II, 316 sg.). A questo Policleto dirige un discorso per dimostrargli la stoltezza dell’accusa e l’indegnit

⁴³ Liban., I, 532, 4 sg. Nulla di più curioso che il contrapporre a questo ritratto disegnato da Libanio il ritratto disegnato da Gregorio. Costui, che, come sappiamo, era coetaneo di Giuliano, si trovava pure ad Atene, per addestrarsi, nell’universit

³³ Liban., I, 159, 2 sg. Libanio e Socrate si accordano nell’attribuire al filosofo Massimo il merito, secondo il primo, la colpa, secondo l’altro, della conversione di Giuliano. Massimo era ritenuto come un santo dal politeismo. Eunapio³⁴ narra che, entrando egli una volta nel tempio di Diana, in Efeso, la statua della dea sorrise di compiacenza, e si accese la lampada ch’essa teneva in mano. Giuliano si esaltava in questa atmosfera di misticismo; ma doveva nascondere i suoi entusiasmi, perchè la notizia di ciò che faceva era giunta a Costanzo, il quale subito se ne insospettiva, e Giuliano, per non cadere in disgrazia, ciò che, sotto Costanzo, voleva dire essere trucidato, dovette riprendere nell’apparenza la vita e gli esercizi del cristiano. Ma il suo spirito era irremissibilmente compromesso nell’Ellenismo. Il seme che il vecchio Mardonio aveva deposto in lui, maturato dall’odio contro il persecutore della sua famiglia, dalla reazione contro il sistema di uggiosa compressione in cui era stato allevato, dal rimpianto delle glorie antiche che andavano svanendo, da un’aspirazione ad un’alta moralit

¹¹⁹ Amm. Marcell., I, 222, 5 sg. ¹²⁰ Idem, I, 268, 21. ¹²¹ Liban., I, 573 sg. ¹²² Liban., I, 573, 10 sg.

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