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Aggiornato: 1 giugno 2025
A descriver lor forme piu` non spargo rime, lettor; ch'altra spesa mi strigne, tanto ch'a questa non posso esser largo; ma leggi Ezechiel, che li dipigne come li vide da la fredda parte venir con vento e con nube e con igne; e quali i troverai ne le sue carte, tali eran quivi, salvo ch'a le penne Giovanni e` meco e da lui si diparte.
Pensa, lettor, s’io mi maravigliava, quando vedea la cosa in sé star queta, e ne l’idolo suo si trasmutava. Mentre che piena di stupore e lieta l’anima mia gustava di quel cibo che, saziando di sé, di sé asseta, sé dimostrando di più alto tribo ne li atti, l’altre tre si fero avanti, danzando al loro angelico caribo.
Per non allargare di troppo il nostro lavoro su quest'opera del signor Bouterweck, noi per ora non intendiamo di far parola che de' soli due primi volumi contenenti la storia della letteratura d'Italia. Per veritá avremmo amato di riportar per intero una traduzione di quel discorso; ma, comparativamente alla poca pazienza d'un lettor di giornale, lo credemmo troppo lungo.
Come anima gentil, che non fa scusa, ma fa sua voglia de la voglia altrui tosto che e` per segno fuor dischiusa; cosi`, poi che da essa preso fui, la bella donna mossesi, e a Stazio donnescamente disse: <<Vien con lui>>. S'io avessi, lettor, piu` lungo spazio da scrivere, i' pur cantere' in parte lo dolce ber che mai non m'avria sazio;
Sol si ritorni per la folle strada: pruovi, se sa; ché tu qui rimarrai, che li ha’ iscorta sì buia contrada». Pensa, lettor, se io mi sconfortai nel suon de le parole maladette, ché non credetti ritornarci mai. «O caro duca mio, che più di sette volte m’hai sicurt
Sempre a quel ver c'ha faccia di menzogna de' l'uom chiuder le labbra fin ch'el puote, pero` che sanza colpa fa vergogna; ma qui tacer nol posso; e per le note di questa comedia, lettor, ti giuro, s'elle non sien di lunga grazia vote, ch'i' vidi per quell'aere grosso e scuro venir notando una figura in suso, maravigliosa ad ogne cor sicuro,
Sempre a quel ver c’ha faccia di menzogna de’ l’uom chiuder le labbra fin ch’el puote, però che sanza colpa fa vergogna; ma qui tacer nol posso; e per le note di questa comedìa, lettor, ti giuro, s’elle non sien di lunga grazia vòte, ch’i’ vidi per quell’ aere grosso e scuro venir notando una figura in suso, maravigliosa ad ogne cor sicuro,
Pensa, lettor, se quel che qui s'inizia non procedesse, come tu avresti di piu` savere angosciosa carizia; e per te vederai come da questi m'era in disio d'udir lor condizioni, si` come a li occhi mi fur manifesti. <<O bene nato a cui veder li troni del triunfo etternal concede grazia prima che la milizia s'abbandoni,
Sol si ritorni per la folle strada: pruovi, se sa; che' tu qui rimarrai che li ha' iscorta si` buia contrada>>. Pensa, lettor, se io mi sconfortai nel suon de le parole maladette, che' non credetti ritornarci mai. <<O caro duca mio, che piu` di sette volte m'hai sicurta` renduta e tratto d'alto periglio che 'ncontra mi stette,
Io so, lettor, che te ne stupirai s'era stimato dotto, e non so come, si può dir che scrivea male il suo nome. Aveva una sí gran ritenitiva che, quando un sapiente ragionava, nella memoria tutto ciò che udiva, come uccellino al vischio, gli restava; donde se il caso in acconcio veniva, tutto quel che avea in capo vomitava, co' termini e le frasi che sapea, sicché un novello Salomon parea.
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