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Aggiornato: 21 giugno 2025
Il mare è mio amico; io gli voglio molto bene, ed esso mi lascia respirare così leggermente!... Emilia sorrise alla sua volta, con un'ombra di tristezza.
Si passò tre o quattro volte una mano sulla fronte come per iscacciare un doloroso pensiero e sospirò. Qualche cosa di umido, che affrettossi a tergere, brillò nei suoi occhi. Povera sorella, bisbigliò. S'avvicinò ad Abd-el-Kerim che dormiva profondamente, lo esaminò per qualche tempo con molta attenzione poi lo punse leggermente in fronte col suo jatagan.
Questi versetti d'un frammento d'iscrizione araba furono i primi che Ermanno Raeli spiegò quando, all'arrivo di Giulio di Verdara e delle signore, la comitiva cominciò il suo giro. La contessa Rosalia di Verdara poteva avere, a quel tempo, poco più di trent'anni. Alta, slanciata e flessuosa come un ramo di palma, bruna dalla carnagione leggermente dorata, dagli occhi vivi e profondi, ella riuniva la simpatia del più puro tipo siciliano all'eleganza e allo spirito di una parigina. Tutto in lei rivelava la gran signora di razza, l'agevole sicurezza di sè, la padronanza che esercitava dintorno, la distinzione del tratto, il modo di dire le cose più indifferenti. Appena suo marito ebbe pronunziato il nome di Ermanno, districato il braccio dal mantello che ricopriva l'abito di velluto e gros grain mordoré, chinando amabilmente il capo su cui portava una capottina analoga, guernita di un grosso colibri bianco, ella gli aveva stesa la mano: «Io gi
Non c'era verso di persuaderla; intanto il marmocchio avea vuotata la scodella della zuppa e piangeva. Zaccheo se lo prese in braccio, e cullandolo leggermente gli disse alcune parole senza significato, ma carezzevoli tanto che lo calmarono.
Matteo Cantasirena sorrise, s'inchinò, aspettò. Nessuno applaudì. Egli si forbì la bocca, leggermente, col fazzoletto bianco, tornò a sorridere. Silenzio. Allora incominciò: "Cittadini, amici, cooperatori...." e cercando, fissando coll'occhio Gesualdo Arcangeli che gi
La Rosetta non provava nessun entusiasmo per Beppe Gualdi, che aveva una diecina d'anni più di lei, ma non voleva disgustarlo, nè darla vinta alle sue rivali che gli tendevano le loro reti; inoltre, per aliena ch'ella fosse dal matrimonio, non era poi così grulla da rinunziar troppo leggermente a un buon partito.
Intanto un cavaliere grande, coperto da un ampio mantello, sotto al quale scorgevasi appena la spada, si avanzava a piedi, leggermente, verso il castello, per una stradicciuola remota che metteva alla porta rustica del fabbricato. Era il duca. Un servo, che certo lo aspettava da qualche tempo, gli mosse incontro. Non parlò, ed attese.
Marta corse alla finestra, guardò nel cielo splendido laggiù all'occidente che pareva tutto una gloria; e tentennando leggermente il capo, alzò il pensiero dolendosi a Dio con un confuso timore. Poi accostati gli scurini, tornò a sedere; e rimase zitta accanto alla padrona, pensando a quest'altro mal passo di Giuliano.
Il padre Leone sorrise leggermente; non poteva comprendere il motivo reale, che guidava il cavaliere di Malta; ma era persuaso che esso nascondeva un mistero. Benchè assai giovane, non doveva aver più di ventitre anni, ei possedeva molta esperienza, e soprattutto molta penetrazione; ma non mostrò dubitare delle parole del conte.
La custode si avvicinò al letto con un'altra donna. Temendo allora di essere scoperto, pensò che il solo mezzo per salvarsi fosse quello di far loro paura. Alzò dunque leggermente il trapunto; ma il suo piano non riuscì, se non quando ebbe mostrata la testa; allora esse fuggirono, ci diss'egli, come se avessero veduto il diavolo, ed il birbante se ne andò tranquillamente.»
Parola Del Giorno
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