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Aggiornato: 10 luglio 2025


«Oh!... e come si possono sapere codeste cose? chiese Margherita, che sempre aveva preso diletto a farsi narrare favole e leggende. «Dai libri, rispose il padre Anacleto; ma sono libri latini, che non tutti li sanno leggere...» «Ci racconti qualcosa lei, ci racconti...» entrò a dire damigella Maria. «, padre, racconti: incalzava Margherita.

Un trabocchetto che, movendo da una gran sala del palazzo rasentava gli uffici della Rota Criminale e andava a finire nei sotterranei, dette in antichissimi tempi origine alle più cupe leggende. La disposizione e l'ornamento della sala d'udienza poco differivano dal modo oggi per tal rispetto praticato.

L'ultimo dei Morò-Casabianca, che aveva abitato il castello, era stato il conte Sebastiano, e durava in tutto il circondario la memoria di questo gentiluomo, il cui nome era congiunto ad un doloroso dramma domestico, intorno al quale la fantasia dei contadini aveva immaginato le più bizzarre leggende.

Dalla soglia del mondo anche dipartono Teco i fantasmi del tuo santo core: E come nebbia in un baglior di sole Volano teco ove in lor patria stanno I sogni e stanno l'anime fanciulle Delle belle fanciulle e degli eroi. Ecco vengon dai gotici segreti Di Nostra Donna le vaganti istorie, Teco vengon le mitiche leggende

Tutta Venezia aveva saputo della gran festa popolare, che le era stata fatta due notti innanzi all'uscire dal teatro. Le signore erano curiose di vedere la donna sulla quale correvano così strane leggende, leggende che anche in quel momento si ripetevano sotto i ventagli. E poi quella sera al teatro si raccontava una cosa di più, che eccitava le fantasie, che dava l'aìre alle supposizioni...

Fin dalla mia nascita ho appreso come i nostri capi a esser forte, a levar la mia tenda quando è necessario e correre traverso le praterie come mi pare e piace. Vi sarebbe uno studio interessantissimo da fare sullo stile oratorio di questa razza destinata a scomparire e sulle sue leggende, alcune delle quali sembrano inventate da un Giacosa dei Pelli Rosse.

Più tardi vi aveva cercato le forme dell'amore nei sonetti romantici, nelle leggende delle castellane e dei paggi biondi, in certe frasi appassionate ed oscure. Diana di Poitiers le era comparsa innanzi così bella e poetica come Giulietta, come Desdemona, come Margherita.

Quando è morto il romito? Quando veramente è vissuto quell'Ugo? Nessuna data è certa. Anche la tradizione è morta da un pezzo. Frassineto ebbe delle leggende, e sono svanite: Malandaggio ebbe un romito vecchio che scrisse e che morì, e un altro che misteriosamente gli successe, che non aveva scritto, perché aveva operato, e non scrisse perché ancora operò prima di morire....

Ah! qui? ella chiese naturalmente. Qui.... è il luogo dove io passo quasi tutte le mie ore. Ho scelto questo per tante ragioni: prima di tutto le memorie, anzi le leggende, che vi si connettono; poi.... la splendida vista che vi si gode. Ella guardò dagli ampî balconi. Ma la scena non era più quella che un giorno le si era affacciata, beata e sorridente, de' campi in festa.

Si crede generalmente che le valli alpine, e più quella d’Aosta, siano un semenzaio di leggende e di tradizioni popolari. Ve ne sono invece pochissime e scolorite. Il luogo sarebbe adatto ma non la gente, cui la facolt

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