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Aggiornato: 7 ottobre 2025


Sostai per riposarmi sulle mura ciclopiche, godendo la vista splendida della campagna latina che da quell'altura tutta scoprivo. Il monte di Sora mi apparve di l

Forse che la latina è la piú splendida delle letterature? e nondimeno qual piú vasta metropoli di Roma sotto Ottaviano e sotto i Cesari? Voi gridava l'altro nella voce dell'ira sua il curato di Monte Atino, l'amico mio dall'anima ardente, voi, se siete caldi di vero amore per la vostra bella Italia, levate l'orecchio, o generosi italiani.

Al piano inferiore dell'edificio una porta arcata si apre su di una sala a vôlta, avente la forma della croce latina; al piano superiore c'è una porta quadrata che d

In somma, di tutta questa letteratura latina, o prima italiana, gli oratori, gli storici, i giureconsulti son quelli che noi dovremmo studiare incomparabilmente piú. vogliamo studiare quegli stessi a servile imitazione od a vano vanto: quella è pedanteria sempre, questo vergogna a decaduti.

L'impressione di un paesaggio diventa maggiore per il pensatore, allorchè vi sa ricollegare i ricordi storici e farvi rivivere qualche grande figura del passato: la valle latina che si stende ai nostri piedi è la chiave del regno di Napoli, è la strada militare percorsa dai popoli invasori del medio evo. I Goti, i Vandali, i Franchi, i Longobardi, Belisario, gli Ottoni, gli Hohenstaufen, i Saraceni, i Francesi, gli Spagnoli, tutti hanno dissetato i loro destrieri nelle acque del Sacco, tutti hanno traversato questi campi virgiliani, per riversarsi poi di l

udimmo dire: <<O tu a cu' io drizzo la voce e che parlavi mo lombardo, dicendo "Istra ten va, piu` non t'adizzo", perch'io sia giunto forse alquanto tardo, non t'incresca restare a parlar meco; vedi che non incresce a me, e ardo! Se tu pur mo in questo mondo cieco caduto se' di quella dolce terra latina ond'io mia colpa tutta reco,

ditemi, ché mi fia grazioso e caro, s’anima è qui tra voi che sia latina; e forse lei sar

Se, durante la guerra, gli Spagnuoli pensano a divertirsi e ad andare a spasso, dice che così rivelano la loro nobile fierezza. «Questo popolo è deciso e pieno di confidenza nel suo buon diritto, questo popolo ha il coraggio amabile, il coraggio allegro, la vecchia gaiezza latina, comune agli Spagnuoli ed ai Francesi...». Lo scrittore chiede un'udienza alla Regina reggente, e la prega di voler gradire la reverente espressione delle simpatie francesi.

Pulcinella, parla sempre con una voce gutturale che si presta straordinariamente all'effetto comico e si vale per lo più del più puro dialetto trasteverino. La stravaganza del suo dire è grande, ma spesso i suoi lazzi sono spiritosissimi. È questa dote caratteristica dei popoli di razza latina, particolarmente degl'italiani e degli spagnoli. Nella loro poesia popolare riescono a mescolare, in modo originalissimo, l'elemento tragico con quello comico. Leporello non è punto diverso da Pulcinella. Calderon, meglio forse di ogni altro poeta della sua nazione, ha saputo riprodurne fedelmente e felicemente il carattere popolare, particolarmente nel suo dramma il Mago meraviglioso. Nel nostro Faust del teatro dei burattini, che pur troppo non si recita più che raramente, Pulcinella, quantunque truccato da tedesco, pure conserva la sua vivacit

ditemi, ché mi fia grazioso e caro, s’anima è qui tra voi che sia latina; e forse lei sar

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