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Aggiornato: 5 giugno 2025


Così i due fratelli si erano spartiti, in mezzo ai lamenti e alle recriminazioni di Pietro e della Virginia. Ed ora, siccome Pietro non poteva fare tutto il lavoro da , e voleva spendere in salari il meno possibile, la bella delicatina non poteva più stare in casa e fare la signora, ma doveva zappare come le altre. Tutti parlavano di queste vicende della bella invidiata.

Avevamo fatto circa una diecina di passi in cotesta stanza quando mi sembrò di udire alla mia destra dei lamenti. Mi fermai, per meglio ascoltare quando al termine della mia attenzione di un momento e mentre mi accingevo a muovermi e guardare avanti anche alla mia guida mi trovai nelle tenebre.

Sei contento? mi disse l'amico Or l'hai vista. Sei contento? E tu non ti commovi? Io! Cio'! vecio! Ne ho viste tante in mia vita! Io mi secco assai di dovermene stare qui inchiodato in questo letto, tra lamenti, spasimi, morti subitanee e morti lentissime, che non arrivano mai. Sono impregnato di acido fenico. Senti, vecio mio, mi disse in un altro giorno fra poco me ne vado.

Poi come fa chi, di fervida fantasia, vorrebbe pur anche da lievi cose trarre argomento a sperare, benchè sulle labbra per un triste presagio non abbia che lamenti e sconforti, di quell’ultime parole di Lauretta lasciatone interprete il core, con più vivezza riprese:

A 'l gran Maggio i vènti aulenti per le selve hanno lamenti vaghi e assai lontani cori; e, recando ampi tesori d'acque, suonan le correnti. Oh bei colli, sorridenti ne' rosati albeggiamenti, d'onde salgon mille odori a' l gran Maggio! Siede in mezzo i bianchi armenti Gallo e trae novi concenti da' l suo flauto a sette fori; e i richiami ode Licori da le siepi rifiorenti a' l gran Maggio.

I belati delle pecore e degli agnelli empivano l'aria dei mansueti lamenti che risuonano nella campagna di Roma in ottobre ed in novembre, che par di vivere in mezzo ad un grandioso idillio classico.

A quella voce fan l'orecchie chine, che di femina par che si lamenti. Ma voglio questo canto abbia qui fine, e di quel che voglio io, siate contenti; che miglior cose vi prometto dire, s'all'altro canto mi verrete a udire.

Tutti li lor coperchi eran sospesi, e fuor n'uscivan si` duri lamenti, che ben parean di miseri e d'offesi. E io: <<Maestro, quai son quelle genti che, seppellite dentro da quell'arche, si fan sentir coi sospiri dolenti?>>. Ed elli a me: <<Qui son li eresiarche con lor seguaci, d'ogne setta, e molto piu` che non credi son le tombe carche.

PIRINO. Son in un mar di travagli; per tanti travagli l'amor scema, anzi piú cresce: o disgrazia senza rimedio! FORCA. Dico che non è senza rimedio, questo è tempo di consumarlo in lamenti. PIRINO. Il piangere è fatto mio famigliare. FORCA. Vo volgendo per l'animo molte cose.

Venivano a lei i lamenti degli alberi sfrondati, dei nidi deserti; venivano le voci occulte dei fili d'erba, le timidi voci dei fiori còlti e dimenticati; e ad essi ritornavano i sospiri della sua giovinezza, i sogni, i rimpianti, le larve abbrunate.

Parola Del Giorno

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