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Aggiornato: 12 luglio 2025
Parata a festa, la regina della laguna accoglieva su d'un Buccintoro moderno il suo simpatico visitatore, colui che per due volte (1848-1849) aveva voluto partecipare ai disagi, ai pericoli ed alle battaglie di lei. Egli la prima volta, gi
Infine, al Lido ed a Mestre, i cannonieri del reggimento si esercitavano nelle prove di traino con buoi e cavalli, e d'inverno si adoperavano per riconoscere lo spessore dei ghiacci al margine della laguna e nei canali navigabili, per determinare la capacit
Appena verso la mattina la Teresa trovava un'ora di riposo. Si svegliava poi in sussulto, con un'inquietudine, con un'ambascia, con un malessere indescrivibile. Pareva che si accumulassero tutti in quell'ora i sintomi del suo stato anormale, che la calma relativa della giornata avrebbe potuto farle dimenticare. Talvolta, nella sua agitazione, nel terrore che il suo segreto venisse scoperto, ella pensava se non fosse meglio per lei di affrettar la catastrofe. Ma in qual modo? Armi non ne possedeva, e pur possedendone, non sarebbe stata capace d'usarne; l'asfissia col carbone esige preparativi che non sarebbero rimasti celati: una cosa forse non le sarebbe stata difficile: uscire inosservata nel cuor della notte e gettarsi nella laguna ch'era a due passi dalla sua porta di casa; ma poichè era buona nuotatrice non era ben sicura che nel momento supremo il naturale istinto della vita non prendesse in lei il disopra condannandola al ridicolo onde son coperti i suicidi che non voglion morire. Cosicchè ella, di necessit
A diritta qualche barca peschereccia colla vela riflessa nella laguna filava orzando verso il mare; a sinistra i monti che fanno corona al territorio trivigiano, con una leggiera tinta violetta sfumavano nell’azzurro. L’aria fresca che batteva sul viso era pregna dei profumi iodiati delle alghe, e di sapori salini.
Per profittare della frescura della sera, tutta la compagnia s'imbarcò nella gondola di Montoni. Lo splendido fulgore del tramonto coloriva ancora le onde, andando a morire a ponente; le ultime tinte parevano dileguarsi a poco a poco, mentre l'azzurro cupo del firmamento cominciava a scintillar di stelle. Emilia abbandonavasi ad emozioni dolci e serie insieme; la quiete della laguna su cui vogava, le immagini che venivano a pingervisi, un nuovo cielo, gli astri ripercossi nelle acque, il profilo tetro delle torri e de' portici, il silenzio infine in quell'ora solenne, interrotto sol dal gorgoglio dell'onda e dai suoni indistinti di lontana musica, tutto sublimava i suoi pensieri. Sgorgaronle lagrime; i raggi della luna, luminosi ognor più che le ombre diffondeansi, proiettavano allora su di lei il loro argenteo splendore. Semicoperta d'un nero velo, la sua figura ne ricevea un'inenarrabile soavit
Questo non canta certo le ottave di Torquato Tasso, come dicono i poeti di Venezia osservò Ferrante, nel cui cuore lo scetticismo soverchiava ogni tanto il sentimento. Eppure questa laguna avrebbe dovuto esser fatta solo per l'amore e per l'arte mormorò ella, aspirando il profumo di un mazzolino di violette non per il duro lavoro e per la miseria.
Verso le quattr'ore, senza aver detto addio nè ai suoi colleghi; nè a' suoi amici, entrato nella gondola che aveva noleggiato, oltrepassava la laguna, e giù per la Brenta si dirigeva alla volta di Padova, fermando il proposito di non mettere più il piede in Venezia. Ma così potesse l'uomo mantenere i propositi a sua posta che a molte sventure potrebbe anche sfuggire.
«E la Republica infatti non ingannò, ma fu ingannata: e se ora il figlio di Bernabò potesse mai per caso rifugiarsi alla laguna, la Republica lo accoglierebbe a braccia aperte, e lo rifarebbe dell'inganno e.... io sono veneziano, e queste cose le so molto bene.»
Parola Del Giorno
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