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Aggiornato: 12 luglio 2025


Alzò la testa, abbracciò collo sguardo il prospetto della Piazzetta, il Palazzo ducale, le due colonne del leone e di San Teodoro, la laguna, le barche, l’isoletta di San Giorgio, tutto immerso in un lago di luce abbagliante.

In quella camera era aperta una finestretta che guardava la laguna dalla parte opposta, ove si trovavano le barche della Republica. Valenzia, un momento prima, guardatosi attorno, s'era accorta di quella finestra, ed a tal vista erale spuntato in mente un terribile pensiero; però come ebbe pronunciate quelle ultime parole, si alzò da terra, si raccolse, fece una preghiera,

Di mandare a rotoli questo esoso temporale e lo spirituale con lui?". Frattanto i tre cadaveri penzolavano dalle finestre e siccome in quella tana di birbanti uno diffidava dell'altro, niuno ardiva di avvicinarsi alla stanza fatale per non suscitare sospetti. Finalmente, un battaglione straniero, che la paura dei preti aveva richiesto, comparve nella Laguna ed invase l'immenso palazzo.

In quanto al contino Leonardo, è vano il dissimularlo, egli aveva paura, e se da un paio di generazioni i Bollati non fossero stati avvezzi a rimanersene attaccati come ostriche agli scogli della laguna, c'è da scommettere ch'egli avrebbe colto quell'occasione per intraprendere un viaggietto all'estero, tanto gli pesava il trovarsi faccia a faccia col fratello di Fortunata, del quale egli conosceva per esperienza l'indole focosa ed altera.

Durante il pranzo, che era servito dal cameriere dell'albergo, Giorgio entrò recando un quadro di piccole dimensioni avvolto nella carta e un biglietto. Il principe indovinando chi era che gli scriveva, stracciò la busta, si mise la lente all'occhio, e lesse: "Al principe della Marsiliana, a un amico di Maria, scriveva il Rossetti, non saprei offrire un ricordo più dolce della mia Venezia, che il ritratto della mia bella e buona creatura, dipinto da me quand'ella era uno dei fiori più belli della Laguna. Io spero che il principe vorr

Ne usciva un suono insistente sopra una medesima nota, proprio di quel genere che i Greci chiamano Melodia; agitava gli animi degli ascoltanti un tremolío di piacere simile a quello che fa la luce sul ribrezzo delle acque della laguna, un riposo placido, una insperata dolcezza.... Stolto! quale è la lingua mortale che può svelare i misteri della armonia?

Questo pensiero gli aggiunse per un momento ancora quella sicurezza che un istante prima l'aveva del tutto abbandonato, e affettando calma e placidezza fece ancora per avviarsi. Intanto che succedeva questo dialogo, dalla laguna, ove s'era gettato a nuoto, uscì a riva il Fossano così vestito com'era, e s'incamminò affannato verso il palazzo di Candiano.

Io me ne accorsi in quel nostro viaggio del 1876. Era la prima volta che si spiccava il volo dalla casa, e freschi entrambi di studi e di affetti, corremmo a contemplare le porte del paradiso, il campanile di Giotto, e poi San Marco e la laguna. Quali giorni nella mia vita e come sento che molta parte della vita di lui è rimasta come trasfusa in me!

Pensava che l’idea di voler vedere la laguna era una vera mania senza costrutto, di quelle ubbie ridicole di giovinotto egoista che non pensa alla moglie, la quale restando molto in casa, deve preferire un sito frequentato, per godere il passaggio della gente, che distrae dai pensieri tristi nelle ore d’ozio, e nei giorni piovosi quando non si può uscire per le visite o pel passeggio.

Questo grido pietoso d'un gentile poeta e soldato, che sul cader del 20 agosto 1849 contemplava mestamente da uno dei forti della laguna la citt

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