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Vidi allora per la prima volta il cielo olandese nel suo aspetto ordinario, e assistetti a una di quelle battaglie di luce, proprie dei Paesi Bassi, che i grandi paesisti d'Olanda ritrassero con una efficacia insuperabile. Fino allora il cielo era stato sereno, era una bella giornata d'estate, le acque azzurre, le rive verdissime, l'aria calda e non un fiato di vento. Tutt'ad un tratto, una nuvola densa nascose il sole, e in men che non si dice, ogni cosa cambiò aspetto in una maniera da far pensare che si fosse cangiato tutt'a un tratto di stagione, d'ora, di latitudine. Le acque diventaron cupe, il verde delle rive si fece smorto, l'orizzonte si nascose dietro un velo grigio, ogni cosa apparve come circonfusa d'una luce crepuscolare che ne sfumava i contorni, e si levò una brezza maligna che metteva freddo nelle ossa. Pareva d'essere in dicembre, si sentiva l'uggia dell'inverno e quell'inquietudine che mette nel cuore ogni minaccia improvvisa della natura. Poi, da tutto il cerchio dell'orizzonte cominciarono a salir nuvole color di piombo, mobilissime, che pareva cercassero con una specie d'impazienza penosa una direzione e una forma, e poi le acque a incresparsi e a rigarsi di rapidi riflessi luminosi, di larghe striscie verdastre, violacee, bianchiccie, color di creta, nerognole; e infine quell'irritazione della natura si risolvette tutt'a un tratto in una pioggia violenta e fitta, che confuse cielo, acqua e terra in un solo colore grigiastro, appena interrotto da una sfumatura un po' più fosca delle rive lontane e da qualche bastimento a vela che appariva qua e l

Quella mattina egli s'era levato più tardi del consueto, dopo una notte insonne; e per cacciar l'uggia che si sentiva ne' pensieri aveva legicchiato alcune pagine d'uno scandaloso romanzo francese del secolo passato, e un insipido articolo di politica d'una gazzetta ufficiale ch'eragli fuggita di mano: poi non trovò di meglio che sfogar la bile con alcuno de' servi o dipendenti che gli capitasse innanzi.

Lavorò. Accettò la vita di tante ragazze povere al pari di lei. I cari nomi e le immagini di tante compagne, conosciute un giorno, al tempo degli studi, laggiù tra le mura opprimenti della scuola magistrale, le ricorsero in quei giorni al pensiero. Tutte insieme, tal volta, tra l'uggia penosa dello studio avevan provato il bisogno dei giovani cuori, delle giovani menti, di sognare qualche bel sogno radioso: e tutte, nelle confidenze segrete, che sono la consolazione delle anime, avevano parlato dell'avvenire, non volendo porgere ascolto, non volendo credere che alla promessa della felicit

Ogni volta che ne aveva assolto uno, e un altro andava ad inginocchiarsi ai suoi piedi per narrargli, nel solito modo grossolano, i vecchi peccati triviali, le vecchie miserie, don Giorgio sentiva che le sue forze diminuivano e l'uggia cresceva. Le distrazioni lo assalivano accanitamente.

La signora che sedeva al piano, cessò di strimpellare e cedette il posto a un giovinotto che prese a suonare un walzer. Fu come un invito al ballo. Si tirò in disparte la tavola di mezzo e le coppie cominciarono a danzare scacciando l'uggia del cattivo tempo, dimenticando la malata, che languiva , a pochi passi.

Il professore, che ad una timida interrogazione della moglie aveva accusato della propria svogliatezza l'uggia delle molte brighe avute in quel pomeriggio, non potè trattenere qualche segno d'impazienza anche quando la Vige, dopo avergli servito il bicchierino di vecchia acquavite, ch'egli prendeva sempre al finire della cena, stimò opportuno, forse nell'intento di distrarlo dai suoi foschi pensieri, di toccare un argomento, del quale s'era gi

Finalmente, stracco e rifinito non aveva ancora desinato; e la fame, senza che lui se ne accorgesse, gli raddoppiava l'uggia ed il freddo nelle ossa si trovò, per caso, sulla piazza del Duomo, anch'essa, in quella prima ora della sera, deserta e melanconica sotto il vento e la neve.

Finalmente lo zio essendo partito pei bagni di Bormio senza rompere il silenzio su tale soggetto, il mio umore se ne risentì, mi parve una ingiusta diffidenza, me ne crucciai fortemente, e per qualche giorno mi fu impossibile di nascondere l'uggia all'occhio chiaroveggente dell'Agata.