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Aggiornato: 24 luglio 2025
E a quel grido ne succedette un secondo, ed un terzo più straziante, più acuto... indi un gran silenzio... Il professore sentì un brivido corrergli dalla punta dei piedi alla radice dei capelli, sentì bagnarsi d'un sudor freddo le tempie e le mani, guardò istintivamente l'orologio che segnava le tre del mattino, e barcollando sulle gambe uscì dalla stanza.
La sua camera, in casa Mandelli, era completamente trasformata. Gino incominciò a vedere un letto nuovo, di ferro, col suo tappeto da piedi, il suo comodino accanto, il suo candeliere e perfino il grazioso arnese di velluto su cui posar l'orologio. Più in l
Oh.... al ritorno! esclamò Laura tristemente. Chi sa?... Colla punta dell'ombrellino cancellò sulla sabbia le teste orribili disponendosi a tracciarne delle peggio; ma aveva appena preparato lo spazio, che richiese le ore. Sono le tre! risposi, guardando l'orologio. Ho un appuntamento alle tre e mezzo colla sarta, ella fece, alzandosi con qualche fatica. Vuoi riaccompagnarmi?
Tutta gente fatta da me, creata da me, che io ho messo all'onore del mondo! Mi credono un uomo finito, morto, perchè ho avuto le mie buone ragioni per far morire il Rinnovatore! Ma io sono ancora vivo! Ve ne accorgerete, signori! Alle otto e trenta, guardò l'orologio, parto per Roma. Parte?... Per Roma?... esclamò il Brunetti.
Sono le sette precise, riprese ella, dopo aver guardato l'orologio, e rivolgendosi allo scultore, a cui il colonnello si era avvicinato, salutandolo con molta cordialit
L'altro parlava sempre in fretta, guardando spesso l'orologio della caminiera, dimenando la gamba che aveva a cavallo sull'altra, e mostrando la calza bianca, grossa, sotto la scarpaccia inzaccherata.
E sì, ch'egli non è più di primo pelo, e non fo per dire, ci ha tre anni più di me. Con questi pensieri, la governante dalle cinquanta primavere uscì dallo studio. Bonaventura frattanto avea ricominciato a passeggiare, a stropicciarsi le mani, a raccoglierle dietro le spalle, a guardar l'orologio. Pari al Cerbero dantesco, egli «non avea membro che tenesse fermo».
In paese, da Lorenzo il ferraio a compar Matteo il sindaco, tutti conoscevano l'orologio di pap
E ora l'usciere poteva andare a colazione; ma mentre guardava l'orologio ancora una volta, una voce domandò il permesso di entrare; e quella voce era così nasale da non si potere dubitare fosse d'altri che del cugino Venanzio. L'usciere e prete Barnaba si guardarono alla sfuggita; vollero andarsene entrambi, e rimasero. Avanti, cugino carissimo!
Drollino non si fermò a dar spiegazioni, corse via sempre di carriera, e scomparve quasi subito nella direzione dei pascoli. La carrozza coi quattro cavalli non giunse che venti minuti dopo. Alla torre bruna del campanile, l'orologio, serio e grave, annunziava le dieci e mezzo.
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